Cinghiali, c'è il disciplinare per la filiera carni

Cinghiali, c’è il disciplinare per la filiera carni

Redazione

Cinghiali, c’è il disciplinare per la filiera carni

Mar, 24/09/2024 - 12:00

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Via libera dalla Giunta regionale dell’Umbria al “Disciplinare per la filiera delle carni di ungulati prelevati in regime di controllo”.

Tale misura si inserisce nell’ambito del Piano straordinario per la gestione della fauna selvatica, adottato dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero dell’Agricoltura nel 2023, con l’obiettivo di controllare e valorizzare le risorse naturali del territorio, in particolare attraverso la creazione di una filiera regionale dedicata alle carni di selvaggina, a partire dal cinghiale.

Spiega l’assessore Roberto Morroni, promotore dell’iniziativa: “Questo disciplinare rappresenta un passo cruciale per la nostra regione, in quanto permette di gestire in maniera sostenibile la fauna selvatica, garantendo al contempo una giusta compensazione economica per i danni alle colture agricole. Attraverso la filiera, non solo valorizziamo un prodotto locale, ma creiamo anche un modello di sviluppo integrato che coinvolge le attività venatorie, i produttori agricoli e gli operatori della lavorazione delle carni”.

Il disciplinare

Il disciplinare approvato regola il funzionamento della filiera, coinvolgendo diversi attori: gli Ambiti Territoriali di Caccia (Atc), gli operatori di controllo e i gestori dei centri di raccolta.

L’Atc, in particolare, sarà destinatario degli introiti derivanti dalla cessione dei capi abbattuti, risorse che saranno utilizzate per l’indennizzo dei danni agricoli e per le attività di prevenzione. Ulteriori approfondimenti tecnici e modifiche saranno gestiti dai competenti uffici regionali.

Questa iniziativa segna un importante traguardo per la tutela ambientale e la valorizzazione delle risorse locali, rafforzando il legame tra gestione faunistica e sviluppo sostenibile del territorio umbro.

L’assessore Roberto Morroni sottolinea inoltre, esprimendo la propria soddisfazione: “Si tratta di un progetto strategico per l’Umbria, che non solo consente di affrontare l’emergenza legata alla proliferazione degli ungulati, ma trasforma un problema in un’opportunità economica, in grado di sostenere il territorio e le sue risorse agricole”.

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