La Regione Umbria ha chiesto ufficialmente la convocazione di un tavolo con il Governo per la questione energetica Arvedi Ast e la sigla dell’accordo di programma. La decisione è arrivata nel pomeriggio di ieri, 16 settembre, dopo un confronto con le sigle sindacali di FIM, FIOM, UILM, FISMIC, UGL Metalmeccanici, la Provincia di Terni, rappresentata dalla Presidente Laura Pernazza, il Comune di Terni, rappresentato dal vicesindaco Riccardo Corridore. Secondo quanto si legge in una nota congiunta delle sigle sindacali: “L’incontro e stato interlocutorio, le istituzioni locali di fatto hanno confermato quanto affermato dal Ministro Urso in sede di interrogazione parlamentare, ovvero che il Governo non può intervenire direttamente sui costi energetici, al netto delle interlocuzioni della Presidente Tesei con Enel, che ha confermato la possibilità solo di accordi commerciali”.
Nodo cassa integrazione ordinaria
“Le Organizzazioni Sindacali hanno ribadito che è finito il tempo dei buoni propositi e richiesto in tempi rapidi un chiarimento con tutti gli stakeholder sul tema, fino ad arrivare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – continua la nota – Altresì, esprimiamo grande preoccupazione sul futuro del sito anche a fronte delle fermate impiantistiche che l’azienda ha dichiarato con l’apertura della cassa integrazione ordinaria per 200 persone e la contestuale lavorazione di bramme prodotte al difuori dello stabilimento ternano. È indispensabile in questa fase chiarire gli impegni di Arvedi su AST rappresentati il 1° aprile 2022 in termini di assetti, investimenti, produzioni di Inox, Fucinati, Tubi e i relativi livelli occupazionali diretti e dell’indotto. Per questo abbiamo raffigurato alle istituzioni le nostre perplessità sul piano di rilancio del Tubificio che per noi altro non è, invece, che un nuovo ridimensionamento”.