“Sul cimitero abbiamo le nostre soluzioni, la nostra strada…scegliere la strada è privilegio di chi vince le elezioni, funziona così…non ci sta un cazzo da fare”. E’ questa l’ultima battuta con cui il sindaco di Scheggino Carlo Valentini ha concluso, con quel briciolo di classe che non gli fa difetto, il consiglio comunale aperto sulla vicenda ribattezzata ‘cimiteropoli’. A richiedere l’incontro con la cittadinanza (la piccola sala consigliare ieri era piena da registrare persone anche lungo il corridoio di accesso) era stata la minoranza che aveva denunciato la scandalosa procedura avviata dal Comune per ‘sanare’ quelle tombe di cui lo stesso ente ha perso i titoli concessori. In pratica i funzionari di Valentini, come si ricorderà, non hanno più alcun modo di stabilire quali sepolcri sono ancora sotto il regime concessorio o devono avere rinnovato lo stesso. Così, in meno che non si dica, in barba fin troppo palese alla legge sulla trasparenza, hanno scritto a destra e manca per chiedere agli eredi una copia dell’atto. Per tutti però Valentini ha previsto un “salvagente”: chi non dovesse più averlo o ritrovarlo, potrà sanare la pratica versando al Comune l’obolo di 680 euro. Fra gli altri, a ricevere la missiva, anche gli eredi del Tenente Enea Governatori, l’eroe di Scheggino. “Quella tomba non sarà privatizzata – ha rassicurato il sindaco – anzi provvederemo a restaurarla”. Ma per tutte le altre pratiche la situazione resta ancora da chiarire.
Così Domenico Santini, capogruppo della lista ‘Impegno per il futuro’, con i consiglieri Alessia Fagiani, Corrado Fagiani e Antonio Amadio, dopo aver denunciato all’opinione pubblica l’affaire hanno chiesto una consulenza all’avvocato Roberto Calai del foro di Spoleto che ieri si è presentato al consiglio. Un intervento che ha spiazzato il primo cittadino che, di fronte alle bordate ‘legali’ di Calai, ha ammesso che era come assistere ad “una gara di McEnroe contro il tennista della domenica”.
Tanto sarebbe bastato per trovare una intesa con l’opposizione e rimettere in discussione tutto. Ma Valentini l’audace, e un tantino permaloso, ha liquidato tutto dicendo che si continuerà sulla ‘strada tracciata’. Non quella della legalità e legittimità, quella del vincitore. Bocciata dunque la mozione (ragionevole e legittima) proposta da Santini & Co. che ha richiamato i dettati della Legge 285/90 secondo la quale “le concessioni a tempo determinato di durata eventualmente eccedente i 99 anni, rilasciate anteriormente alla data del 1975, possono essere revocate quando siano trascorsi 50 anni dalla tumulazione dell'ultima salma”. “Diamo la possibilità ai cittadini di ricorrere all’istituto dell’autocertificazione – ha detto Santini – in modo da conoscere la data della sepoltura dei loro cari. Sulla base di questo si faranno i calcoli temporali che consentirnno di accertare chi dovrà o meno pagare la tassa dei 680 euro”.Il diktat del primo cittadino ha ovviamente inasprito lo scontro e la minoranza, oltre ad annunciare battaglia già nel prossimo consiglio comunale, ha deciso di mettere a disposizione dei cittadini l’assistenza legale dell’avvocato Calai. “Noi andiamo avanti così, affronteremo ogni pratica come un caso a sè, parleremo con ogni singolo cittadino e valuteremo il da farsi” ha concluso il sindaco. Insomma, pare proprio che su cimiteropoli si farà come dice Valentini. Con tutte le parti intime del vincitore
(Carlo Ceraso)
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