La partenza da Assisi, la sosta a Valfabbrica e – infine – l’arrivo a Gubbio. Si è chiusa ieri (3 settembre) – nella città dell’incontro tra il Poverello e il Lupo – la 16^ edizione del pellegrinaggio “Il Sentiero di Francesco”.
Sono state mediamente un centinaio al giorno le persone che si sono messe in cammino dal santuario assisano della Spogliazione fino alla cosiddetta “Porziuncola eugubina”, la piccola chiesetta di Santa Maria della Vittorina dove san Francesco insediò una delle sue prime fraternità fin dal 1213. Come sempre, nelle tre giornate del Sentiero, lungo l’itinerario della Via di Francesco si sono messe in marcia decine di pellegrini arrivati dall’Umbria ma anche da altre zone d’Italia o dall’estero. C’è chi torna spesso o addirittura ogni anno e chi è arrivato per la prima volta.
“Un bellissimo spirito di condivisione ha animato le tre giornate – ha commentato il vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini – I temi di riconciliazione e pace sono molto sentiti in questo periodo storico. Dobbiamo ringraziare come sempre le sorelle del Piccolo testamento di San Francesco di Gubbio, che ci hanno guidato in una riflessione sulle stimmate di Francesco, segno luminoso che passa attraverso l’amore di Cristo per il Santo. Nel giorno conclusivo, il 3 settembre, non è mancato il ricordo dell’ordinazione sacerdotale del vescovo emerito di Gubbio, Mario Ceccobelli, fondatore di questo pellegrinaggio”.
Nel parco della Riconciliazione, ad attendere l’arrivo dei pellegrini, c’era anche il sindaco di Gubbio Vittorio Fiorucci, che ha promesso di mettersi in cammino anche lui per l’edizione 2025. “È stato emozionante vederli arrivare affaticati e provati da questo lungo e intenso cammino che, più che fisico, credo sia proprio una prova spirituale. Io l’ho fatto un paio di volte, una in bici e una a piedi, e posso dire che sono due esperienze decisamente diverse ma decisamente liberatorie. È bello che il cammino unisca in maniera naturale le città di Gubbio e Assisi, un legame che deve sempre più consolidarsi, in una prospettiva a tutto campo sia spirituale e, perché no, anche logistica ed economica”.
Dopo l’arrivo alla Vittorina, la chiesa di San Francesco ha ospitato la celebrazione conclusiva presieduta dal vescovo Luciano, seguita dalla consegna del Premio “Lupo di Gubbio” per la riconciliazione, nel chiostro della Pace del convento francescano, assegnato a Tonio Dell’Olio, sacerdote, giornalista e attivista per la nonviolenza.
Presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi e della Commissione spirito di Assisi, don Tonio è stato coordinatore nazionale (1993-2005) e membro del consiglio nazionale (1993-2009) di Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace. Dal 2005 al 2015 è stato membro dell’Ufficio di Presidenza e fondatore e responsabile del settore internazionale di Libera, associazione di don Luigi Ciotti contro le mafie. Ha scritto e scrive su numerose testate, tra cui Jesus, Famiglia Cristiana, Micromega, Adista, Aggiornamenti Sociali, Rinascita, Città Nuova, Credere e Mosaico di Pace. Per il settimanale umbro La Voce, cura anche la rubrica “Oltre i confini”. È membro dell’Osservatorio regionale sulla criminalità organizzata e l’illegalità, istituito dalla Regione Umbria.
Questa la motivazione del riconoscimento, consegnato da mons. Luciano Paolucci Bedini: Premio “Lupo di Gubbio” per la riconciliazione a Tonio Dell’Olio per il suo impegno instancabile di sacerdote, comunicatore e promotore di pace e nonviolenza. In ogni ambito della sua attività religiosa e civile – condivisa con molteplici istituzioni, associazioni, gruppi e movimenti – ha sempre cercato di incarnare le parole del fondatore della Pro Civitate Christiana di Assisi, don Giovanni Rossi, perché ciascuno possa preparare “più che opere, ponti; più che prediche, dialoghi; più che ricordi, nuove visioni di un avvenire di libertà, di pace, di giustizia”.