“Ispra consiglia e la Regione decide”. E’ uno dei passaggi chiave delle controdeduzioni al ricorso contro il Calendario venatorio dell’Umbria presentato dalle associazioni ambientaliste, contenute nell’istanza di intervento ad opponendum presentato dall’avvocato Marzio Vaccari per conto della Libera Caccia. Istanze analoghe sono state presentate anche da Enalcaccia, oltre a quello inviato martedì dalla Regione Umbria.
In sostanza Regione e associazioni venatorie argomentano ai giudici amministrativi perché il ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste, che chiedono anche la sospensione della caccia alla tortora in preapertura in attesa del giudizio di merito, si fondi essenzialmente su un presupposto errato, quello relativo alle parti degli avversi pareri negativi di Ispra al Calendario venatorio. Pareri che, viene ricordato, sono obbligatori, ma non vincolanti, come prevede la normativa in merito all’iter che portato alla stesura e all’approvazione dei Calendari venatori.
Innanzi tutto, si rileva come il ricorso sia stato notificato al solo Atc1, insieme alla Regione Umbria, escludendo gli altri due Ambiti. Ma nel merito, si ricorda c he”il parere Ispra non può costituire provvedimento utile all’accoglimento del ricorso e, ancora meno, all’emanazione di un provvedimento cautelare”. Ispra “non è il legislatore”, ma un organo consultivo.
Del resto, si evidenzia anche come lo stesso parere negativo di Ispra risulti piuttosto generico, con soli pochi riferimenti al territorio umbro. Nelle 15 pagine del parere di Ispra le prime 5 riguardano la premessa, la normativa ed la documentazione di indirizzo le leggi nazionali ed i riferimenti scientifici. “In questo ultimo capitolo – scrive l’avvocato Vaccari per conto di Libera Caccia – viene citata per la prima volta l’Umbria attraverso un riferimento all’Atlante Ornitologico e il documento relativo al monitoraggio degli uccelli nidificanti in Umbria. Da pagina 6 iniziano indicazioni generali relative a specie cacciabili ed ai periodi. Qualche passaggio sull’Umbria sempre attraverso il documento relativo al monitoraggio degli uccelli nidificanti in Umbria, ma senza entrare nello specifico. Si giunge a pag. 11 dove l’Umbria riappare, in una serie di considerazioni generali, relativamente alla caccia agli ungulati. A pagina 14 viene fatto un riferimento alla mobilità venatoria in Umbria e ciò completa il parere Ispra sul calendario venatorio”.
“Appare, quindi – è la conclusione dell’avvocato Vaccari – che molte delle considerazioni siano di natura generale, generica e, sostanzialmente, buone per tutte le regioni”.
Quanto poi al prelievo della tortora selvatica, si rileva come la Regione Umbria abbia attivato l’app per il conteggio puntuale della specie, con un carniere molto ridotto. Spetta agli ambientalisti, è la controdeduzione dei cacciatori, dimostrare che tale sistema non sia efficace. “Nel caso di specie – si legge nel ricorso della Libera Caccia – è evidente che i ricorrenti non hanno dedotto né prodotto elementi sufficienti diretti a suffragare le proprie ragioni né abbiano raggiunto la prova dei fatti prospettati”.
Per tutte queste ragioni si chiede di respingere le istanze degli ambientalisti, compreso lo stop al prelievo della tortora in preapertura domenica.