“Rimuovete il bosco di piazza San Gregorio”: è, in sintesi, il diktat lanciato dalla Confcommercio al Comune di Spoleto che settimane orsono, “a titolo sperimentale”, aveva fatto piantumare in vaso decine di alberi nella centralissima piazza, azzerando di fatto i parcheggi per i cittadini.
Impossibile al momento comprendere quali benefici si sono registrato dalla installazione del “bosco” (già averlo chiamato così appare un tantino azzardato), di sicuro se ne sono avuti di negativi sulla economia locale. Se è vero, come testimonia la nota di Confcommercio, che i negozianti hanno registrato un calo nelle vendite, per di più in pieno periodo di saldi estivi, e almeno un ristorante della zona starebbe pensando di terminare qui la stagione estiva.
“Molte attività del centro hanno riscontrato una diminuzione del lavoro a causa della permanenza di questa installazione tanto che alcune di queste stanno pensando, qualora l’esprimeno dovesse continuare, di chiudere per il restante periodo estivo. Chiedo a nome dei commercianti che venga immediatamente tolto il bosco e ripristinati i parcheggi” tuona il presidente di Confcom Tommaso Barbanera che conclude “L’amministrazione, ci aveva rassicurato fissando a lunedì 15 luglio la data di smontaggio. Poi, per vie informali, di pazientare fino al 20, ma ad oggi nulla è stato fatto e oltretutto, a quanto ci risulta, sarebbe scaduta anche l’occupazione del suolo pubblico”.
Che, a quanto pare, udite udite, sarebbe stata formalizzata dalla Fondazione Festival dei 2 Mondi che ha finanziato il progetto arboreo con 15mila euro. Sostenibilità a parte, che ci azzecca il Festival con questo “test” è tutto da capire. Non sarebbe stato meglio finanziare i fuochi finali del Festival, realizzati grazie al contributo di Fondazione CaRiSpo e di Vuscom, e lasciare ad altri il finanziamento di una simile “opera”.
Installazione che, va detto, ha spaccato letteralmente la città, tra dichiarazioni entusiastiche e feroci critiche. Certo a ricordare il discorso tenuto all’inaugurazione del “giardinetto strano” (come le battute dell’Ivano di Carlo Verdone che annunciava alla compagna “famolo strano”) non è che l’esperimento sembrasse proprio in linea. I pochi che c’erano si sono guardati più volte negli occhi per capire se davvero stessero ascoltando quanto si diceva, ovvero che questa idea progettuale si basa su tre solidi pilastri: è ideale nelle periferie delle grandi città per attutire le emissioni di anidride carbonica; adatto dove aumenta la densità abitativa (aumentando le emissioni dannose) e, dulcis in fundo, che la produzione industriale è la causa principale dell’inquinamento e del riscaldamento atmosferico.
Vuoi vedere che hanno sbagliato città? Che sia piazza San Gregorio di Civita Castellana?, commentavano i maligni. Già, di industria qui non se ne sente più la puzza (per rimanere in tema) e per la densità bitativa i numeri sono da qualche anno in netta controtendenza. E neanche a parlare di distanze assurde dal verde visto che se solo avessero alzato il nasino di una 30na di gradi verso nord, proprio da piazza Garibaldi avrebbero scoperto Sua Maestà, Monteluco, la montagna sacra abitata da migliaia di individui arborei (si, anche loro si chiamano “individui” come sanno gli esperti botanici e agronomi).
Che sarebbe stata invece una debacle economica lo si era capito da subito, costringendo gli automobilisti, anche quelli con i permessi riservati ai diversamente abili, costretti a parcheggiare ben lontano per raggiungere non solo i negozio della via dello shopping ma anche quelle strutture di cui la gente necessità, come la farmacia e almeno tre ambulatori medici.
E si che a Spoleto di spazi, se proprio si volevano “investire” i danari del Festival, ce ne sono a iosa. Peraltro, solo fino a qualche mese fa, il duo assessorile Lisci-Paroli stava valutando di spostare, ma solo un giorno alla settimana (e di mattina), il mercato di via Cacciatori delle Alpi proprio in piazza Garibaldi per riportare un po’ di vita in questa zona dell’acropoli. Parole, parole, parole, come direbbe la consigliera…, pardon Mina.
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