Sono 2 e non 3 gli abusi edilizi contestati dal Comune di Spoleto al ristoratore Sandro Zengoni, titolare della discoteca Etè a Napoletto di Spoleto. In pratica la struttura in legno utilizzata come pista da ballo (ma anche per cerimonie e conferenze), la più grande delle 3 finite nel mirino dei vigili urbani e tecnici comunali, risulta a norma avendo le autorizzazioni previste per i gazebo “commerciali” installati su area privata.
Andranno invece demolite (i proprietari dell'area possono fare ricorso al Tar) le due strutture in legno che fungono da magazzino costruite a pochi passi dal grande gazebo (una adibita a rimessa di attrezzature, l’altra di materiali e generi vari, entrambi di circa 10 mq ciascuna).
Solo in serata è stato possibile ricostruire la vicenda, visto che il ristoratore ha preferito smentire (parzialmente) la notizia degli abusi affidando la propria documentazione solo ad una delle tre testate che avevano rilanciato la notizia.
Non a TO®, nonostante in mattinata Sandro Zengoni si sia fatto sentire per telefono annunciando querele e proferendo commenti che risultano ininfluenti ai fini delle cronache.
In effetti l’imprenditore ha le sue ragioni: parziali, ovviamente, visto che comunque per il Municipio ha realizzato i 2 manufatti abusivi.
Ricostruire la vicenda non è stato facile ma alla fine il puzzle è stato completato.
Il tutto nasce da un esposto agli uffici comunali presentato nel mese di giugno scorso. A luglio, nel bel mezzo della stagione estiva, momento clou per il locale, vengono effettuati due sopralluoghi.
Il verbale verrà redatto soltanto il 15 settembre successivo (a stagione ormai conclusa) ed inviato all’ufficio urbanistica. Dal verbale risultano “3 manufatti realizzati presumibilmente in violazione delle norme: il gazebo a pianta ottagonale e le 2 strutture lignee adibite a magazzini”.
Si arriva così al 4 ottobre con l’ufficio competente che emette il documento n. 519 con il quale si ordina a Zengoni e a due suoi parenti (comproprietari dell’area) di demolire i 3 siti.
Il 5 ottobre, come da prassi, l’atto finisce sull’Albo Pretorio dov’è ancora possibile consultarlo tramite il sito istituzionale.
Il giorno dopo però il Municipio emette una nuova ordinanza (la n. 526 del 6 ottobre) che annulla e sostituisce la precedente: in questa ultima si parla però solo degli abusi relativi alle 2 strutture più piccole. Nessun cenno al gazebo. E solo questo atto viene di lì a poco notificato all’imprenditore. Ma non è finita. Dal Comune, a quanto trapela, hanno tentato in tutti i modi di eliminare la precedente determina dal sistema informatico. Ma senza fortuna. Con la conseguenza che l’atto annullato, on line ormai dai 7 giorni, ha fatto il giro della città.
Ironia della sorte però non risulta ancora pubblicato neanche il nuovo provvedimento, quello del 6 ottobre.
Dunque la megastruttura lignea, a quanto risulta, è sottoposta alle stesse prescrizioni previste per i gazebo di bar e ristoranti e dunque sarà soggetta ad essere smontata per 4 mesi all’anno come prevede il vigente regolamento comunale. Non è dato sapere se in passato tali prescrizioni siano state rispettate dal ristoratore. In municipio però giurano che vigileranno con la massima attenzione: la lotta agli abusi edilizi e al rispetto delle normative continua.