Terni, magistrato aggredito nel carcere di Vocabolo Sabbione col manico di una forchetta di plastica. Le parole del Procuratore Generale
Gli ultimi episodi di violenza nel carcere di Terni hanno destato grande preoccupazione tra le istituzioni e i sindacati: in particolare, l’aggressione a un magistrato all’interno dell’istituto carcerario di Vocabolo Sabbione ha indotto le massime autorità giudiziarie regionali a intervenire sul caso. Dopo la denuncia del Sappe, è arrivata anche la riflessione del Procuratore Generale di Perugia, Sergio Sottani che ha evidenziato come, negli ultimi anni, i reati nei carceri umbri abbiano registrato un aumento costante.
Si è verificata l’ennesima aggressione nelle carceri umbre. Questa volta a farne le spese è stato un magistrato, vittima, durante un interrogatorio, di un tentativo di aggressione da parte di un cittadino italiano detenuto all’interno dell’istituto penitenziario di Terni. L’immediato intervento del personale di Polizia Penitenziaria ha evitato le peggiori conseguenze che sarebbero potute scaturire dal violento attacco effettuato tramite il manico di una forchetta di plastica, affilata ed occultata dal detenuto tra le dita della mano.
In questi anni sono aumentati i fatti di violenza all’interno delle carceri umbre.
Gli eventi critici verificatesi nelle carceri umbri negli ultimi anni hanno registrato una tendenza in aumento. Nel corso del 2022 sono stati denunciati 99 casi di aggressioni tra detenuti, 28 nei confronti del personale di polizia penitenziaria ed 1 nei confronti degli operatori penitenziari. Nel 2023 tali aggressioni hanno subito un brusco aumento: le aggressioni tra detenuti sono salite a 124, 69 nei confronti del personale di polizia penitenziaria e 3 nei confronti degli operatori penitenziari. I dati del 2024 sono addirittura più impressionanti in quanto nel primo quadrimestre si sono già verificate 45 aggressioni tra detenuti, 28 nei confronti del personale di polizia penitenziaria.
A tali numeri vanno aggiunti i 25 tentativi di suicidio e 3 suicidi di detenuti all’interno dei penitenziari umbri, nell’anno 2022, che sono aumentati nel successivo 2023 a 36 casi di tentato suicidio e 3 sucidi. Nel primo quadrimestre di quest’anno si sono già riscontrati 23 tentativi di suicidio ed un suicidio.
La promiscuità tra detenuti con problemi psichici e gli altri rappresenta un ulteriore elemento di difficoltà nella convivenza coatta all’interno del carcere.
Per altro verso, nella Regione Umbria non è stata ancora istituita la REMS, cioè la specifica struttura sanitaria destinata ad accogliere i condannati, affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi.
A questa situazione, che desta estrema inquietudine e che potrebbe aggravarsi con l’imminente arrivo della stagione estiva, che notoriamente favorisce situazioni di conflittualità all’interno degli istituti penitenziari, si deve sottolineare la più volte denunciata carenza sia dell’organico, nella misura di circa 200 unità, di personale di Polizia Penitenziaria nel territorio umbro, sia di personale medico e dell’area trattamentale, dotato di competenze specifiche per la cura della popolazione detenuta, soggetta a disturbi psichici.