L'uomo accusato di violenza sessuale su una minore in un campeggio sul Lago Trasimeno è ora in carcere ad Ancona ma verrà trasferito in una struttura specializzata per curarsi
Alla fine è finito in carcere ad Ancona il 33enne di Jesi accusato di violenza sessuale nei confronti di una bambina di 6 anni, avvenuti in un campeggio di Monte del Lago di Magione la scorsa estate.
L’uomo, che appena due giorni fa era pure evaso dai domiciliari “per farsi una passeggiata”, è stato raggiunto a casa ieri (3 novembre) dai carabinieri per essere portato nel penitenziario del capoluogo marchigiano, anche se l’operazione si è rivelata più movimentata del previsto: il 33enne ha infatti aggredito un militare con uno spray al peperoncino, causandogli una forte irritazione all’occhio e rischiando di fatto un’altra denuncia per resistenza a pubblico ufficiale.
L’aggravamento della misura cautelare – dai domiciliari al carcere – è stato deciso dal gip Piercarlo Frabotta, sia in seguito all’episodio della “fuga” dall’abitazione dove sarebbe dovuto rimanere recluso, sia sotto richiesta dei genitori e del legale difensore dell’uomo, che ha segnalato al giudice la necessità di curare e trasferire il suo assistito – di fatto tuttora socialmente pericoloso – nel carcere di Milano Bollate, dove è presente un centro specializzato in casi simili.
Il 33enne, quando era ancora maestro di scuola, era già stato condannato a 6 anni dal Tribunale di Ancona per un altro episodio di violenza nei confronti di un’alunna. Nonostante questo era riuscito, nascondendo i suoi precedenti, a farsi assumere come animatore turistico nella struttura ricettiva al Lago Trasimeno, dove lo scorso agosto – come ha rivelato la Procura – è stato protagonista di nuovi abusi su una bambina in vacanza. Gli inquirenti hanno fatto inoltre sapere che nello smartphone dell’uomo erano presenti numerose immagini pedopornografiche.