Sala gialla del Politeama Clarici piena di supporter, curiosi e simpatizzanti per la presentazione della candidatura di Finamonti
Da un lato è una discesa in campo, dall’altra è una chiamata alle armi. Moreno Finamonti scopre alcune delle sue carte in vista delle elezioni amministrative di giugno 2024. Lui ci sarà, candidato sindaco di Foligno a capo della lista “La voce di Foligno“, ma punta a costruirne almeno altre due per poter pesare. Tornando alla cronaca, lo scenario scelto è la sala gialla del Politeama. Un contenitore da 150 persone circa, riempita alla grande. Con lui, a sovrintendere l’organizzazione della serata, la consigliera comunale ex leghista, Caterina Lucangeli. Ad aprire la serata “la voce del silenzio” di Massimo Ranieri, poi un video di un rapace (sarebbe dovuta essere un falco ma la resa grafica è quella di un’aquila) che sorvola alcune aree di Foligno, che saranno al centro del programma, pur non svelato. In primis l’area dell’ex Zuccherificio, ma anche l’ospedale, l’igiene urbana. Diverse le citazioni, da Al Pacino a Giovanni Falcone.
“Centrodestra di incapaci e boriosi”
Finamonti mette subito le cose in chiaro quanto ad equidistanza tra gli schieramenti: “A sinistra il sistema, autoreferenziale, è imploso. Gli unici che erano stati in grado di costruire qualcosa di solido erano stati Lorenzetti e Raggi. Il centrodestra è invece caratterizzato da incapaci, boriosi, ignoranti, strilloni e supponenti. Tagliatori seriali di nastri. Chi comanda – gestisce Foligno? Legame tra via campagnola e Nocera Umbra tutto a discapito di Foligno“. Sottolineata l’assenza di un rappresentante di Foligno in Regione. “La nostra città – ha proseguito – deve uscire dalla sindrome del pugile suonato, in preda a rassegnazione e demotivazone. Certo, non sarà facile reagire perché da tempo la gente schifa la politica. Occorrono invece visione e capacità e una squadra valida“.
“Serve una squadra forte”
“Chiunque da solo non può far nulla, occorre una squadra. Squadra competente e valida, senza dover chiedere il permesso. Occorre amore. Bisogna riappropriarsi di Foligno. I capi partito devono stare a latere“. Quindi il cenno al programma: “Lo faremo insieme. Certo, le problematiche sono sotto gli occhi di tutti: ex zuccherificio, sport, cultura, sporcizia, Vus, ambiente“.
“Serve un governo inclusivo”
Sul capitolo sanità: “Chi concede un patrocinio a chi favoleggia di dittatura sanitaria non vuole il bene della città. Lo dico da medico e da virologo“. Quindi la chiamata alle armi: “Questo governo non è inclusivo, definiscono zecche chi non la pensa come loro. Quando sei eletto, però, sei sindaco di tutti. Abbiamo tutti l’obbligo di scendere in campo perché non è vero che i politici sono tutti uguali. Restituiamo Foligno ai folignati, usciamo però dal gioco del bar delle critiche sterili”.
Quindi l’outing sull’idea del fare il sindaco: “E’ nata da due anni. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il non dare il giusto risalto ad un evento come Medicus“.