Alle rivendicazione nazionali si uniscono le difficoltà specifiche lamentate a Perugia
Assistenti e cancellieri del dibattimento del tribunale penale di Perugia hanno scioperato nella giornata di oggi, 20 ottobre. Nessuno si è presentato in tribunale, salvo chi è stato precettato per il presidio necessario in caso di sciopero. E lo stesso hanno fatto altre figure che operano al dibattimento, tra cui operatori e funzionari.
Oltre, ovviamente, ad aderire alle ragioni che vengono portate avanti a livello nazionale dallo sciopero, hanno voluto sottolineare sia la carenza generale di personale e di mezzi che accomuna il comparto giustizia tutto, sia, soprattutto, che la mansione di assistenza all’udienza è divenuta insostenibile.
Assistenti e cancellieri elencano ciò che non va.
Orari e carichi di lavoro
Inizio alle 8.30, con necessità quindi per il dipendente di entrare a lavoro almeno alle ore 8.00 per predisporre il necessario, pur essendo riconosciuta per diritto al personale la flessibilità in entrata sino alle ore 9.00.
Ricorrente assenza di pausa pranzo, con termine dell’attività ben oltre le 16 e, quindi, presenza ininterrotta in aula per un periodo che va ben oltre le 6 ore senza pausa previste dalla legge, nonché ore e ore di straordinario forzato.
Numero elevato di fascicoli trattati durante l’udienza, spesso oltre i 30, con ciò che comporta in termini di lavorazione degli stessi pre e post udienza
Elevato numero di udienze straordinarie che vengono fissate ogni mese, oltre le ordinarie tabellarmente previste.
Il tutto – evidenziano – con la carenza del personale adibito all’assistenza all’udienza di oltre il 30 per cento che il dibattimento del tribunale di Perugia registra da tempo.
La video-registrazione
A tale situazione “di ordinaria follia” che va avanti da mesi, si aggiunga ora, con il vigore della riforma Cartabia, l’attribuzione all’assistente o cancelliere di udienza dell’ulteriore compito di procedere alla video-registrazione della stessa, pur non essendo personale tecnico ed ovviamente in assenza di adeguata formazione circa le modalità per l’attivazione o gli interventi necessari in casi di malfunzionamento.
Come conseguenza di questa ulteriore attività, non prevista tralaltro nel canonico mansionario del dipendente, l’assistente o il cancelliere devono attivare e poi monitorare una postazione PC ulteriore, istallata per la video-registrazione, in contemporanea rispetto all’attività di verbalizzazione dell’udienza che, nel frattempo non viene di certo sospesa, la quale si realizza su altro PC, avendo ovviamente la responsabilità, quale pubblico ufficiale, di quanto viene riportato nel verbale che lo stesso sottoscrive.
Apparecchiature e aule
Il tutto costantemente in assenza di adeguata strumentazione tecnologica funzionante, tra cui PC, stampanti, cavi di collegamento delle apparecchiature, sino alle semplici ciabatte per le prese, in aule anguste, senza finestre apribili per questioni di smog o di rumori esterni e con impianti di areazione non regolabili e rumorosi, che accolgono per minimo 9 ore al giorno molteplici persone impegnate a vario titolo nell’udienza.
“Gli assistenti ed i cancellieri del penale – scrivono – hanno così colto l’occasione per accendere un riflettore su una situazione pesante da mesi, ulteriormente aggravata dalla nuova riforma, che tocca chi è adibito a tale servizio al dibattimento penale, servizio da cui chi vi è assegnato non riesce nemmeno facilmente a liberarsi, come testimoniano le numerose procedure di interpello indette per fare pervenire lavoratori al penale, andate sempre deserte”.