Nonostante le opere lato Umbria procedano spedite timori e perplessità arrivano dalla Cna Cagli-Cantiano, che denuncia il forte degrado dell'arteria lato Marche (attualmente non interessata dai lavori)
La statale 452 della Contessa ancora nell’occhio del ciclone, stavolta dal versante marchigiano, da dove arrivano indiscrezioni e timori su una possibile nuova chiusura dopo l’ormai imminente riapertura (prevista per fine dicembre).
Se entro i confini del Comune di Gubbio i lavori procedono spediti rispettando il cronoprogramma stabilito – il viadotto è praticamente finito – dall’altra parte emergono forti le perplessità della CNA di Cagli-Cantiano, che punta il dito proprio sul lato dell’ingresso alla galleria del versante marchigiano, interessato da tempo da incuria e ammaloramento strutturale di muri di contenimento, guardrail e manto stradale (ai lati della strada si sarebbe pure creata una piccola discarica abusiva).
Il responsabile territoriale di CNA Fausto Baldarelli ha lanciato l’allarme dopo aver effettuato personalmente un sopralluogo: “Non vorremmo che proprio in vista della prossima riapertura della Contessa si dovesse ricorrere ad un ulteriore stop a causa del degrado strutturale del lato marchigiano (attualmente non interessato ai lavori affidati in appalto da Anas alle ditte consorziate vincitrici). Si tratterebbe davvero di un ulteriore gravissimo danno che allungherebbe ulteriormente i tempi di riapertura dell’arteria (previsti per fine 2023) e dei relativi collegamenti tra le due regioni”.
“Riteniamo – aggiunge il presidente della CNA di Pesaro e Urbino Michele Matteucci – che la situazione di degrado sul lato marchigiano della galleria non risalga a tempi recenti ma sia presente e visibile già da diversi mesi e dunque ci chiediamo come mai Anas non abbia previsto lavori anche su questo versante. Nel caso invece siano stati comunque programmati, chiediamo come mai non siano contestuali agli interventi in corso. Il rischio potrebbe essere infatti quello di riaprire per qualche mese per poi dover richiudere l’arteria o, al limite – come successo per anni – dover istituire il doppio senso su un’unica corsia regolato da semafori”.
“Le attività economiche della zona ed anche quelle della costa – concludono Matteucci e Baldarelli – lamentano danni economici ingenti derivati dalla chiusura dell’arteria. Sarebbe davvero una ulteriore beffa se i tempi dovessero allungarsi per una mancanza di visione complessiva dell’intervento”. Nell’estate 2023, nella zona di confine marchigiana, è già stato registrato un decremento di presenze turistiche del 30% e un’altra chiusura (anche se parziale) darebbe il colpo di grazia alle strutture presenti in entrambi i versanti, già duramente provate dalla totale assenza di passaggio di auto e camion.