Gli utenti social rigettano la polemica e difendono l'iniziativa
Bevagna città del cinema…condita con qualche polemica. Si è conclusa la settima edizione di “Comiciak”, il festival della commedia all’italiana. L’edizione, come racconta il sindaco Annarita Falsacappa, è stata caratterizzata da “una grande partecipazione di pubblico ed è molto piaciuta l’idea di trasmettere gli ultimi lavori di registi che hanno voluto Bevagna come set del proprio film: Il richiamo della Sibilla di Clemens Klopfestein, Benedetta (il set nella foto) di Paul Verhoeven, Chiara di Susanna Nicchiarelli, Dante di Pupi Avati“.
Il premio Mattioli
A questo si è aggiunta la con consegna del premio “Mario Mattioli” al cast di Elettra, al regista Francesco Bolo Rossini, alle attrici Deniz Ozdogan e Olga Rossi, all’attore Mauro Racanati, ad Agape Teatro per l’impegno e la bravura dei giovani e al protagonista del fim Dante Alessandro Sperduti. “Ormai a buon diritto Bevagna viene definita Città del cinema per i suoi scorci, per la piazza, per il suo patrimonio architettonico e artistico ed anche per le ricostruzioni fedeli delle Gaite, che sono spesso usate come allestimenti cinematografici e per i molti oggetti, utensili, prodotti fedelmente realizzati che vengono portati in scena. Certo è che chi sceglie Bevagna è molto agevolato. Dunque attendiamo il prossimo regista che ambientera’ il suo lavoro a Bevagna“, conclude la sindaca.
“Mille euro a chi testimonierà” | “Abbiamo agito secondo la legge”
La polemica però è arrivata dai social. Il tema è la proiezione di Benedetta, film vietato ai minori di 14 anni, proiettato alle Logge del Mercato coperto. La pagina “Bevagna più giusta“, con un post nel gruppo Facebook “Forum del Comune di Bevagna” ha scritto: “Cerchiamo collaborazione. Se un genitore ha visto suo figlio partecipare in piazza al film vietato ai minori, ed è disposto a testimoniare, legalmente, offriamo una lauta ricompensa. Sempre a norma di legge“, specificando poi di offrire 1000 euro per una testimonianza. Diverse decine i commenti di chi è intervenuto in coda al post, ma nessuna sponda alla proposta. Tutti hanno rigettato le accuse, negando qualsiasi presenza di minori nello spazio della proiezione. Anche l’assessore alla Cultura Marco Gasparrini difende l’organizzazione dell’iniziativa, specificando come tutto sia avvenuto secondo norma con gli accessi controllati nello spazio della proiezione. Dall’amministrazione comunale si fa notare anche “l’atteggiamento strumentale di chi si nasconde dietro ad una sigla“.