Alla vigilia del giudizio del Tar il presidente della squadra esclusa dalla B minaccia la Lega e si scaglia contro il Grifo
Una intervista a tutta pagina sulla Gazzetta dello Sport. Oltre all’appoggio del presidente della Figc Gravina (che ha presentato ricorso contro l’esclusione dal campionato di B), del presidente della Lega di B Mauro Balata e di 18 club cadetti (costituitisi innanzi al Tar in appoggio della squadra lombarda), il Lecco gode indiscutibilmente della simpatia della stampa nazionale. Che ripete come un mantra: “ha vinto sul campo”, sorvolando su quella “perentorietà” nelle scadenze che gli stessi organismi sportivi si erano dati per evitare incertezze.
Alla vigilia della sentenza del Tar del Lazio sul ricorso presentato dal Lecco (in appoggio c’è anche il Comune lombardo e ci sono 18 club di B che si sono costituiti ad adiuvandum, oltre alla Figc), la Gazzetta dello Sport intervista il presidente del club lombardo, Paolo Di Nunno. Il club che, con il suo pasticcio procedurale – nell’incertezza tra il fare i lavori di adeguamento allo stadio comunale o andare a giocare le partite interne a Padova – ha finito con il superare la data fatidica del 20 giugno, rischiando ora di dover ripartire addirittura dalla Terza Categoria, dopo aver vinto lo spareggio playoff della Lega Pro contro il Foggia.
Un errore procedurale – la difesa del Lecco è che, visto lo slittamento dei playoff, c’è stato poco tempo a disposizione per cercare un altro stadio – di cui ha approfittato il Perugia, che dopo il Brescia è la seconda squadra retrocessa a poter ambire al legittimo ripescaggio.
Le minacce alla Lega
Nell’intervista Di Nunno lancia anche una minaccia alla Lega: “Se ci lasciano fuori ci sarà anche un conto da pagare per la Lega, perché io sto spendendo 1,2 milioni di euro per mettere a norma lo stadio. Senza contare che stiamo già perdendo soldi per il turno di Coppa Italia che avremmo dovuto fare”. Coppa Italia da cui, con il Lecco, sono stati esclusi anche Reggina, Brescia e Perugia (nonostante queste due squadre siano certe di partecipare ad uno tra i campionati di B o di C).
I lavori al Rigamonti
Lavori, quelli al Rigamonti, che dovrebbero essere terminati intorno al 20 agosto. Ma che né il Lecco, né il Comune hanno pensato di avviare in tempo, nonostante da tre anni la squadra locale tenti il salto di categoria.
Prima l’incertezza sui lavori di adeguamento al Rigamonti, alla fine, ha portato il Lecco a deragliare, impastoiandosi nei tempi della burocrazia per ottenere il nulla-osta per giocare a Padova.
Il sostegno degli altri club
Quanto all’appoggio legale dei 18 club di B, Di Nunno risponde: “Il sostegno delle 18 squadre può essere utile come no”.
“Non capisco il Perugia”
Il presidente del Lecco, poi, punta l’indice contro il Perugia. E il Foggia. “Non capisco perché il Perugia si sia messo in mezzo. Il Brescia non mi interessa, non mi ha fatto niente, ma perché il Perugia ha fatto ricorso? Perché devono vendere la squadra, è chiaro. In B un club vale 20, in C vale 1. E il Foggia perché si è fatto avanti? Li abbiamo battuti 2-1 in casa loro e 3-1 a Lecco, bisogna accettarlo”.