"Stadio, stop definitivo ad Arena Curi, messa in sicurezza in attesa di un progetto condiviso"

“Stadio, stop definitivo ad Arena Curi, messa in sicurezza in attesa di un progetto condiviso”

Massimo Sbardella

“Stadio, stop definitivo ad Arena Curi, messa in sicurezza in attesa di un progetto condiviso”

Sab, 08/07/2023 - 17:35

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Il Pd chiede al Comune chiarezza e che intanto si prosegua con le manutenzioni in attesa di scegliere tra ristrutturazione o nuovo impianto

Chiudere definitivamente il capitolo Arena Curi per le tante criticità di quel progetto per il nuovo stadio sul piano della sostenibilità finanziaria, della fruibilità per i tifosi e della viabilità. Proseguire con gli interventi di messa in sicurezza della Gradinata e poi della Curva Sud, per i quali ci sono già i soldi in bilancio. Ed avviare una discussione, nelle sedi istituzionali e attraverso confronti con la città, per scegliere quale sarà, anche in prospettiva, la soluzione migliore per dotare la città di Perugia di un moderno stadio di calcio, anche con l’auspicabile apporto di capitali privati.

Questa la linea tracciata dal Pd di Perugia dopo che l’amministrazione comunale ha fatto illustrare dai tecnici dell’ente, in conferenza stampa, le tante criticità sul progetto presentato da Arena Curi srl. “Criticità – rivendica il segretario cittadino del Pd, Sauro Cristofani – che sono quelle che noi avevamo sottolineato già da tempo”.

Il rischio per la squadra e la città

E le ricorda il consigliere comunale Francesco Zuccherini, alla presenza dei rappresentanti del gruppo di lavoro sullo stadio costituito dal Pd cittadino e della capogruppo Sarh Bistocchi. A cominciare dal fatto che si tratta di un progetto slegato dall’aspetto sportivo e con lacunosi dati che non danno garanzie sulla sostenibilità economica. Con il rischio che la squadra si trovi senza uno stadio e il Comune con un pesantissimo impegno economico sulle spalle.

“Comune senza progettualità”

Sul piano politico il Pd lamenta l’assenza di un confronto, nelle sedi istituzionali e con la città, attraverso necessarie partecipazioni con la cittadinanza ed i portatori di interessi. “L’unica assemblea pubblica sul tema stadio – ricordano gli esponenti dem – è quella che abbiamo promosso noi a Ferro di Cavallo”.

Ma soprattutto, il Pd contesta all’amministrazione comunale l’assenza di un’idea sul tema stadio. Ricordando come negli anni si sia prospettata la possibilità di rifare il Curi attraverso fondi statali agevolati, la sua messa in sicurezza per gradi (l’unico intervento finora effettuato, quello relativo alla Curva Nord), sino alla possibilità di edificare un nuovo stadio attraverso la proposta della cordata Arena Curi srl. Un progetto, quest’ultimo, sulla cui interlocuzione le opposizioni hanno avuto informazioni solo attraverso la stampa, senza essere mai coinvolte.

“Potevamo essere un aiuto” afferma Zuccarini. Che sottolinea il lavoro fatto dal gruppo di lavoro costituito dal Pd. E indica, come corretto metodo di approccio, quello di seguire le buone pratiche di città alle quali Perugia può guardare, come Frosinone e Bergamo.

“Non ci si nasconde dietro le gonne dei tecnici”

E invece l’amministrazione comunale di Perugia sembra andare verso il “no” definitivo al progetto di Arena Curi, senza indicare un’alternativa. “Perugia non può galleggiare” dice Cristofani. Che attacca il sindaco Romizi: “Un sindaco dall’aspetto educato e gentile, ma sempre in affanno sulle scelte importanti pe r la città: non si è chiusa la partita sul Turreno: solo in seconda battuta, e su nostro intervento, per il Mercato coperto; vediamo nubi sul vecchio carcere”. E ora l’affaire Arena Curi, sul quale ancora la Giunta non si è espressa in modo definitivo: “Non ci si nasconde dietro le gonne delle relazioni dei tecnici. Il sindaco deve dirci quali sono le intenzioni di questa amministrazione”.

Anche perché dopo 5 mesi di discussioni sulle indiscrezioni che emergevano sul progetto Arena Curi si è tornati al punto di partenza. Con una squadra in Serie C (a meno che non riconquisti la B a suon di carte bollate) e uno stadio agibile solo a metà.

Avanti con la messa in sicurezza

Né la prospettiva di giocare il prossimo campionato in C, evidenzia Zuccherini, può bloccare il progetto di messa in sicurezza della parte restante dello stadio. Dato che un eventuale campionato di vertice in C potrebbe portare più spettori rispetto ad una stagione deludente tra i cadetti. E poi, gli unici soldi “veri” sono quelli messi nel bilancio triennale per la messa in sicurezza del Curi. Si tratta di 800 milioni l’anno per i prossimi due anni, più eventuali altri 800mila euro per il terzo anno. Comunque non sufficienti del tutto a fare riaprire Gradinata e Curva Sud, dato che i lavori su gradoni e strutture metalliche della Nord sono costati, con gli aumenti dei prezzi, più di un milione di euro.

Ristrutturazione o nuovo stadio?

Però quei lavori vanno fatti. In attesa di sapere se la strada migliore sia quella di ristrutturare il Curi (attuando progressivamente coperture ed altri servizi per i tifosi), sostenendo una spesa tra gli 8 e 10 milioni di euro. Per la quale andrà verificata sia la possibilità di ottenere contributi o comunque condizioni favorevoli attraverso i vari strumenti nazionali. Ma anche il possibile apporto di privati, che per il Pd non è un tabù.

Anche nel caso in cui si decida di demolire lo stadio e costruirne uno nuovo. Magari anche in una zona diversa, prospettiva, comunque, che non alletta. Anche se – ed è un altro paletto – qualunque progetto che mantenga l’ubicazione attuale dovrà tener conto, a giudizio del Pd, del delicato equilibrio di Pian di Massiano, l’area verde di Perugia trasformata progressivamente in un grande centro commerciale.

Manutenzioni e convenzione

L’altro aspetto su cui il Pd critica quanto fatto in passato e chiede maggiore attenzione sono i soldi – 320mila euro l’anno – che il Comune versa all’AC Perugia per la manutenzione ordinaria dello stadio. Che però presenta bagni fatiscenti ed altri evidenti disservizi. Nella scelta sulla strada da prendere vanno messi anche quei fondi comunali, che magari possono essere investiti con più profitto.

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