Lo "scorzone" è stato scovato dal fiuto infallibile del bracco pointer Pepe di Romolo Lazzari "In oltre 40 anni di attività nei boschi non ho mai visto nulla di simile"
Un maxi tartufo – “scorzone” nero estivo – di oltre un chilo, è stato scovato dal fiuto infallibile di un bracco pointer nelle campagne di Città di Castello.
Un vero e proprio ritrovamento “record” per Romolo Lazzari, 79 anni, che da oltre 40, si dedica alla ricerca del prodotto simbolo del territorio. Esperto tipografo, poi fondatore assieme ai figli, Francesca e Stefano, della Bottega Tifernate (azienda leader a livello internazionale nella riproduzione di opere d’arte) ha coltivato fin da giovane la passione per la ricerca del tartufo ed ora ammette fra gioia e commozione di non aver mai visto nulla di simile nella sua vita.
“Una meraviglia della natura“, ha esclamato, che al peso della bilancia sfiora il chilo e cento grammi (1 chilo e 79 per la precisione) di unica pezzatura. “Il merito non è mio – precisa Romolo Lazzari – ma del cane Pepe, bracco pointer di 6 anni che ha notato subito il profumo di quel tartufo. Quando con il vanghino l’ho aiutato a tirarlo fuori dal terreno non credevo ai miei occhi. Non finivo di togliere la terra attorno tanto era esteso e poi accanto c’erano collegati altri due tartufi più piccoli, si fa per dire, di oltre due etti di peso“.
“Queste notizie fanno bene al settore e sono senza dubbio di buon auspicio anche per la prossima apertura della ricerca della trifola a fine settembre – sentenzia Giuliano Martinelli, imprenditore di fama internazionale e presidente regionale del comparto alimentare Cna Umbria – la stagione si apre con buone premesse, pioggia alternata a sole e caldo è un toccasana naturale per la creazione estiva delle spore della trifola che, a meno di clamorosi cambi di temperatura, dovrebbe essercene parecchia in autunno dopo due anni di scarsità di prodotto e prezzi alle stelle. Se sarà così il 2023 sarà speriamo ricordato come una stagione di abbondanza”.
Da due anni la “cerca e cavatura del tartufo”, che in Alta Valle del Tevere coinvolge oltre 1.000 appassionati con giovani e donne sempre più numerosi nei boschi del territorio, e oltre 4000 cani, sono diventate patrimonio immateriale dell’umanità Unesco.