Un museo visitato ogni anno da 50.000 persone circa, che collaborerà con la National Gallery di Londra: a raccontarlo fra Thomas Freidel
C’è un tesoro nascosto ad Assisi, in alcune sale del Sacro Convento, visitato ogni anno da 50.000 persone circa. Un numero molto più basso dei milioni di visitatori che ogni anno entrano nelle due chiese, inferiore e superiore, della Basilica di San Francesco, “ma che – spiegano il direttore fra Thomas Freidel e la dottoressa Cristina Roccaforte, sua collaboratrice, che hanno aperto le sale del Museo del Tesoro a Tuttoggi.info – sono molto motivati e desiderosi di conoscere le nostre bellezze”.
Il Museo del Tesoro: la storia e le opere
Il Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco è una raccolta d’arte sacra esposta in due sale del Palazzo Nord del Sacro Convento: il Tesoro comprende tessuti orientali, sinopie e dipinti databili tra il XIII e il XVI secolo, oreficerie – tra cui preziosi reliquiari dal XIII al XVII secolo –, codici miniati e avori donati da papi, sovrani e personaggi illustri a partire dal 1230 come segno di devozione a San Francesco.
Tra le opere più interessanti l’arazzo di manifattura fiamminga raffigurante l’Albero di San Francesco, dell’ ottavo decennio del XV secolo: secondo la tradizione fu papa Sisto IV, effigiato nel registro inferiore, a donare l’arazzo alla basilica. Dal 1986 sono esposte cinquantasei tavole dipinte, in gran parte di maestri fiorentini e senesi attivi tra il XIV e il XVI secolo, e un bassorilievo in marmo raffigurante la Madonna col Bambino, degli inizi del XIV secolo, lascito testamentario del critico d’arte americano Federico Mason Perkins e facenti parte dell’omonima collezione.
Fra le opere, dipinti attribuiti a Lorenzo Monaco, Pietro Lorenzetti, Taddeo di Bartolo, Bartolo di Fredi, Beato Angelico, Sassetta, Sano di Pietro, Antoniazzo Romano, Bartolomeo della Gatta, Garofalo. La Collezione Perkins può vantare tra le altre opere un trittico firmato da Francesco di Gentile raffigurante la Madonna col Bambino e due angeli musicanti con ai lati san Giovanni Battista e Cristo legato alla colonna.
Il Museo del Tesoro protagonista alla National Gallery: i perché di una collaborazione
Alcuni dei tesori del Museo del Tesoro andranno, dal 6 maggio al 30 luglio, ad arricchire la mostra Saint Francis of Assisi della National Gallery di Londra, che per due mesi e mezzo ospiterà una mostra interamente dedicata alle opere ispirate a San Francesco, una delle figure religiose maggiormente apprezzate da credenti e non. A quelle già in possesso della National Gallery, tra le quali Sassetta, Botticelli e Zurbarán, si uniranno alcuni prestiti internazionali dove si distinguono tele e disegni di Caravaggio, Murillo, El Greco, Stanley Spencer, Antony Gormley, Andrea Büttner, Giuseppe Penone e Richard Long. Non saranno solo opere classiche a caratterizzare l’esposizione, perché ci saranno anche delle tavole raffiguranti il Santo in versione supereroe, nato dalla matita dei disegnatori della Marvel che nel 1980 pubblicò un fumetto di 48 pagine dal titolo “Francis, Brother of the Universe”; fuori stampa nel 2006, ha venduto oltre un milione di copie ed è stato tradotto in otto lingue diverse, tra cui francese, cinese, giapponese, swahili e due versioni di spagnolo.
“Per capire come mai abbiamo attivato questa collaborazione con la National – spiega fra Thomas – dovremmo raccontare la storia del nostro ordine religioso in Inghilterra, dove siamo arrivati già ai tempi di san Francesco: nel 1223-24 i primi frati hanno fondato delle comunità a Canterbury, Oxford e Londra. Siamo stati presenti fino alla riforma del ‘500, quella inglese era una grande provincia religiosa, con frati dotti e professori come Giovanni Duns Scoto e Guglielmo di Ockham. Poi l’Ordine ha lasciato l’Inghilterra, e solo nel 1900, prima della prima guerra mondiale, siamo riusciti a ritornarci con frati maltesi e degli Stati Uniti che hanno fondato nuove realtà a Londra, Manchester e Oxford. Quella con la National è stata una bella collaborazione, abbiamo l’occasione di presentarci con la nostra eredità e con alcuni oggetti preziosi; il direttore Gabriele Finaldi (co-curatore della mostra, ndr) è stato qui due volte, con un gruppo di giornalisti e ci prepariamo per questa importante inaugurazione”.
Un Tesoro di tesori
Ma il Museo del Tesoro è già di suo un tesoro nascosto e prezioso, “creato nel 1230 quando il corpo di san Francesco fu trasferito dalla prima sepoltura nella chiesa di San Giorgio alla chiesa inferiore della Basilica: negli anni successivi sono state fatte alcune donazioni da persone devote a san Francesco. Gli oggetti venivano custoditi nella sacrestia segreta, poi, ai primi del Novecento, gli oggetti sono stati trasferiti nella zona del palazzo papale per presentarli al pubblico”.
Tra gli oggetti più preziosi custoditi nel museo, due dossali (inizi del XIII secolo), in seta rossa e gialla, di manifattura palermitana, dono di Giovanni di Brienne, che ha donato questa forma primitiva di paliotto per abbellire l’altare della sua tomba nella Basilica Inferiore. Poi nel 1288 è stato eletto papa il primo frate francescano con il nome di Niccolò IV, primo papa francescano che lo fece realizzare dall’orafo senese Guccio di Mannaia: negli 80 smalti traslucidi viene raccontato il messaggio francescano secondo la spiritualità di san Francesco. Come spiega fra Thomas, “Si tratta di un dono di un papa francescano che si vedeva come un successore dei papi che avevano collaborato con san Francesco e per questo per noi è un segno molto forte e grande”.
Gli ottocentenari francescani
Infine, di fronte al paliotto dono di un altro papa francescano in occasione dei 250 anni della morte e canonizzazione di Francesco, Sisto IV della Rovere, fra Thomas ricorda gli importanti appuntamenti cui la città sarà chiamata nei prossimi anni: oltre al Giubileo, i tanti ottocentenari francescani, tra cui quello della Regola: “Per noi – conclude fra Thomas – si potrebbe dire che è facile celebrare centenari, abbiamo quasi tutto quello che ci serve, come la pergamena originale della conferma della Regola, del 29 novembre 1223. Prepareremo però anche una grande mostra insieme ai musei ecclesiastici e al comune di Assisi, anche prendendo oggetti in prestito da altre realtà”. Sperando che a tutti questi appuntamenti si aggiunga anche la vittoria nella corsa a capitale italiana della cultura…