Se l'Umbria avesse 'offerto', alla nazionale di Marcello Lippi un terzino giovane e promettente, sicuramente gli 893mila abitanti, che popolano la nostra regione, lo avrebbero saputo. Non tutti gli umbri, ma si spera almeno una parte, sanno che nella nazionale femminile di pallavolo, allenata dal c.t. Massimo Barbolini altro umbro doc, gioca una folignate di 23 anni.
187 centimetri, 35 presenze nella nazionale “big”, 23 anni. Questi i numeri di Lucia Crisanti, uno dei grandi orgogli della pallavolo umbra.
Il suo palmares fa invidia anche alle colleghe più navigate: due volte campionessa d'Italia, due Champions League, due Coppe Italia, due Coppe Cev, una Supercoppa Italia e una Coppa Lega, e questo solo vestendo la maglia del club perugino, la Sirio. Con la maglia azzurra il successo più importante l'ha ottenuto nel 2004, vincendo gli Europei con le “azzurrine”.
In tanti la ricorderanno nei palazzetti umbri, con la maglia numero 4 di quella Giglio Foligno che, anche grazie alla presenza di Lucia, riuscì a centrare due promozioni in due anni. Ed è proprio da quel “miracolo sportivo”, che furono chiare le grandi potenzialità dell'altissima Crisanti. La corsa all'acquisto fu vinta dall'Idrogest Trevi, che però l'anno successivo si fece da parte, per permettere a Lucia di militare, in quello che per gli addetti ai lavori è il vero trampolino di lancio della pallavolo di grande livello: il Club Italia. Infatti, da li prese il via l'ascesa sportiva di Lucia, che si è passo dopo passo, affermata con quel palmares prestigioso, di cui sopra si diceva.
Oggi la Crisanti, dopo cinque straordinarie stagioni alla Sirio Perugia, ha deciso di voltare pagina, firmando un contratto con la Busto Arsizio, sodalizio di massima serie e delle grandi prospettive. Nel frattempo però, l'estate è azzurra.
Dalla fine del campionato, una lunga serie di appuntamenti ha impegnato, e impegnerà, la giovane umbra nella pallavolo internazionale. Ambizione principe, inutile negarlo, sono i Campionati Europei che si terranno in Polonia alla fine di settembre. Difficile dire se un posto per la Crisanti ci sarà, la concorrenza è di altissimo livello, ma la centrale folignate non demorde.
Il c.t della nazionale, Massimo Barbolini, ha convocato 26 atlete, ma solo 12 voleranno in Polonia per l'Europeo. Sei pronta per una di quelle maglie da centrali o ci sono già equilibri certi?
Logicamente entrare a far parte delle 12 è l'ambizione di tutte, però credo che il gruppo sia già formato da gente fortissima, e che quindi l'ipotesi di “new entries” sia davvero difficile. Vale lo stesso discorso anche per quanto riguarda il mio ruolo: Barazza, Gioli e Guiggi sono veramente brave.
Da Perugia a Busto Arsizio, si cambia tutto club, mister, compagne, città. Con quali aspettative inizi questa nuova avventura?
Sicuramente con molto entusiasmo, cambiare dopo tanti anni passati a Perugia è un forte stimolo.
Qual'è la cosa più bella del tuo essere atleta professionista. I palazzetti gremiti, le vittorie importanti, il trovarsi sotto rete con giocatrici di altissimo spessore tecnico, lo spogliatoio, la competizione pura?
Direi che tutti questi elementi contribuiscono a rendere eccezionale il mio lavoro ed anche a valorizzare tutti e i tanti sacrifici che richiede giocare ad alti livelli.
Quando hai avvertito chiaramente che il tuo futuro sarebbe stato sotto rete?
Direi quando sono stata chiamata al Club Italia a 15 anni. Li ho capito che stavo iniziando a lavorare per il mio futuro
Qual'è la vittoria che ancora ti esalta e ti emoziona?
Quella dell'Europeo Juniores. Eravamo un gruppo che era cresciuto insieme e, con quella vittoria, si è veramente coronato un sogno iniziato 4 anni prima.
La pallavolo, come altri sport, a questi livelli oltre ad enormi soddisfazioni comporta anche tanti sacrifici e rinunce. Ci sono momenti in cui immagini di vivere un altro presente?
Ci sono momenti, in cui mi chiedo cosa farei se non giocassi a pallavolo. Probabilmente, farei l'università e tutte le cose normali chee fanno le ragazze di 23 anni, ma sinceramente a me piace la mia vita e non la cambierei per niente al mondo.
Raramente si sente parlare di doping nel mondo della pallavolo, ciò non significa che non se ne faccia uso. Qual'è la tua opinione o la tua esperienza in proposito?
Io penso, che il doping sia una cosa che oltre ad uccidere chi lo consuma, uccide tutto ciò che rappresenta lo spirito sportivo. Io, per fortuna, non ho mai avuto esperienze in questo ambito.
Infine, se avessi campo libero in una campagna acquisti di un club chi porteresti con te?
Porterei senza dubbio delle vere atlete sia sotto il punto di vista umano che sportivo.
Ecco la mia formazione tipo: Serena Ortonali, Eleonora Lo Bianco, Eugenia Dushkyevich, Paola Cardullo, Simona Rinieri e Tay Aguero. Ma potrei fare tanti altri nomi.
(C.F.)