Il Tribunale amministrativo umbro ha accolto le tesi difensive di Regione e gruppi cementieri "La sostituzione dei combustibili tradizionali con il Css non costituisce una modifica sostanziale" | L'assessore regionale Fioroni "Riconosciuta correttezza operato della Regione"
Il Tar dell’Umbria ha respinto il ricorso del Comune di Gubbio presentato contro l’autorizzazione della Regione per l’utilizzo di Css (Combustile solido secondario) nelle industrie cementiere locali.
Il Tribunale amministrativo regionale, tramite la sentenza a firma del giudice Raffaele Potenza, ha dunque accolto le tesi difensive della Regione e dei due gruppi cementieri – Barbetti e Colacem – ritenendo che “un intervento di sostituzione dei combustibili tradizionali con il Css, in quanto non comportante un incremento della capacità produttiva autorizzata, è tale da non costituire una modifica sostanziale”.
La richiesta di revoca dell’autorizzazione all’utilizzo di Css, inoltre, per il Tar non sarebbe suffragata da elementi probatori sugli effetti negativi di quest’ultimo su ambiente e salute umana. Il giudice ha anche rivalutato il ruolo di Arpa sulla questione, definita massima esperta in materia. Ora il Comune, con tutti i costi del caso, potrebbe comunque fare ricorso al Consiglio di Stato.
“La sentenza del Tar Umbria è un importante passo in avanti nella direzione dello sviluppo economico, dell’occupazione, della tutela dell’ambiente nonché il riconoscimento della correttezza dell’operato della Regione Umbria e viceversa delle posizioni pregiudiziali ed anacronistiche del Comune di Gubbio” ha affermato l’assessore regionale allo Sviluppo economico Michele Fioroni.