Club e associazioni diffuse attaccano quelli che ritengono i responsabili delle giornate di caccia sin qui perse
Dopo il pronunciamento del Tar, che ha annullato la sospensiva alla caccia a molte specie inizialmente concessa sulla base del ricorso presentato dagli ambientalisti, sabato 24 settembre inizia, di fatto, la stagione venatoria generale in Umbria.
In risultato atteso anche dai cacciatori dei club e delle associazioni diffuse. Che però puntano l’indice, con sarcasmo, su quelli che ritengono essere i responsabili delle giornate di caccia perse. E allora, esprimono amaramente loro felicitazioni “di rito” Massimo Paneni e Danilo Matteoli (Club cacciatori “Le Torri”), Andrea Verzellini (Umbria Caccia e Natura), Evandro Caiello (Confavi Orvieto), il ricercatore faunistico Mario Bartoccini, Daniele Ranieri e Claudio Tortoioli (Associaziane Nata Libera Perugia) a una serie di soggetti.
“In primis all’ISPRA, che ha espresso il parere (che legalmente non conta niente) di aprire la caccia al primo di ottobre a specie (lepre, fagiano e starna) allevati ed immessi nel territorio dai cacciatori (altrimenti sarebbero già estinti da anni). E ad altre che, pur potendo nidificare in Italia, sono migratori che arriveranno nel nostro Paese tra ottobre e novembre”.
Quindi “alle associazioni animal-ambientaliste che, forti del ‘parere’ dell’ISPRA, hanno centrato il loro obbiettivo: mandare 25000 cacciatori il 18 a palombe ed il 24 ai 5 animali di stanziale che, grazie agli ATC, sono presenti (forse) nel territorio col risultato che dal 25 i cacciatori dovranno aspettare il prossimo anno per vedere qualche selvatico in giro (e ‘loro’ sarebbero gli ambientalisti!)”.
“Ma i più sentiti – aggiungono – sono rivolti a chi ha permesso tutto ciò: al TAR dell’Umbria (che ha accolto il ricorso) e all’assessore alla Caccia che, anziché pubblicare (come noi chiediamo da anni e come prevede la vigente legge) il calendario venatorio ai primi di giugno lo fa ad agosto inoltrato con risultati facilmente prevedibili”.
“Ci sia anche permesso di ringraziare – concludono – le associazioni venatorie per non aver preteso l’approvazione del calendario entro il 15 giugno e, di seguito, neanche un risarcimento danni alle associazioni animaliste, che hanno impedito con un ricorso beffardo l’aperura generale il 18 settembre”.