Finanziere perugino si spara con la pistola d'ordinanza in caserma alla fine del turno, dure accuse alla Guardia di finanza
Era originario di Perugia il finanziere che domenica mattina, alla fine di un turno di lavoro, si è ucciso in caserma, in Toscana, diffondendo prima una dura lettera in cui criticava il suo Corpo di appartenenza.
Il maresciallo della Guardia di finanza, cinquantenne, si è sparato con la pistola d’ordinanza all’interno della caserma di Pistoia. Prima di farlo, ha diramato una lettera in cui contestava i suoi superiori, i turni massacranti di lavoro, le situazioni di presunto mobbing come il trasferimento in un’altra città con l’assegnazione ad altre mansioni dopo 25 anni di servizio.
Proprio quest’ultima situazione avrebbe portato nel finanziere a maturare la decisione di farla finita. Precisando appunto nella lettera che ha voluto diffondere alla stampa che il suo gesto “è legato esclusivamente alle vicende lavorative in quanto non ho problematiche fisiche, familiari ed economiche. Se sono arrivato a questo punto è perché nella guardia di finanza c’è una tensione altissima. La gerarchia vuole che agli occhi dell’opinione pubblica l’immagine del Corpo appaia perfetta, senza interessarsi minimamente del personale“. Raccontando poi la sua vicenda personale all’interno delle fiamme gialle e precisando di non voler rappresentanze della Finanza al suo funerale.