Oltre alla nuova rotatoria occorre un ripensamento più ampio sulla completa fruibilità del celebre Ponte Sanguinario. Lettera aperta di Sergio Grifoni
Dopo l’annuncio dell’avvio dei lavori per la nuova rotatoria di Piazza della Vittoria a Spoleto, sono iniziati i primi ragionamenti, conditi anche di qualche polemica da social, sull’attualità del programma dell’opera pubblica, voluta e studiata ai tempi della Giunta Cardarelli (2015).
Ragionamenti che voglio tenere conto dell’attuale situazione economica e commerciale della parte bassa di Spoleto, unitamente ad un ripensamento più ampio sulla completa fruibilità del celebre Ponte Sanguinario. Reperto storico di enorme valore culturale e che potrebbe far deviare una parte del flusso turistico-culturale che normalmente si dirige verso l’acropoli spoletina.
Sul tema ecco la lettera aperta e la riflessione del Vice Presidente del Consiglio Comunale, Sergio Grifoni.
Signor Sindaco,
avrei potuto seguire la prassi istituzionale per rivolgerLe questo invito, ovvero presentarLe una interpellanza o una mozione consiliare. Ho preferito invece questo sistema protocollare perché il mio intervento, comunque rivolto sempre nella veste di Consigliere Comunale, non ha la pretesa di ricevere nelle sedi ufficiali una qualche risposta o delucidazione da parte Sua o della Giunta che Lei guida. Il mio vuol essere un semplice appello alla Sua sensibilità. In questi giorni è stata pubblicata la notizia dell’imminente realizzazione della rotatoria di piazza della Vittoria. Un argomento questo che si trascina ormai da anni e, grazie alla passata amministrazione Cardarelli, ha trovato l’adeguato finanziamento nei capitoli di spesa dell’Agenda Urbana. Circa due anni fa, ricordo di aver preso parte, quale rappresentante associativo, ad un incontro partecipativo proprio sul tema, nel quale venivano messi a confronto vari progetti relativi a quell’area. Ed anche in quella occasione esternai il mio pensiero che di seguito riporto. Non conosco nel dettaglio la soluzione scelta, perché nessuno ha avuto la bontà di presentarcela, ne in Commissione, né in Consiglio Comunale. Ma questo ormai è un vezzo che contraddistingue la Sua Amministrazione. E per questo non entrerò nel merito delle proposte urbanistiche avanzate. Al di là di tale osservazione, una considerazione rimane però inconfutabile: l’intervento medesimo, qualunque esso sia, segnerà in maniera definitiva il futuro urbanistico, economico e sociale, di tutta l’area che gravita intorno al rione che sempre noi spoletini abbiamo chiamato Borgo e fuori Porta. Un’area che, nel tempo, e per vari riflessi di congiunture negative, ha già perso gran parte della sua valenza commerciale, artigianale e residenziale. A tutto ciò va ad aggiungersi il fenomeno che, per naturali contesti storici, l’intero quartiere non è particolarmente interessato al grande flusso turistico, sia nel periodo del Festival, che nei fine settimana. Per tale ragione, sono convinto che il progetto urbanistico di che trattasi, potrebbe diventare una panacea e una boccata di ossigeno, solo e soltanto se si scoprirà finalmente il Ponte Sanguinario nella sua interezza. Parrebbe che l’opera di rinvenimento dello stesso sia prevista, ma in forma assolutamente parziale.
Non basta! Dobbiamo fare uno sforzo in più! Se non lo riportiamo interamente alla luce in questa occasione, significa lasciarlo seppellito per sempre. Se non sono sufficienti i finanziamenti attuali, prevediamo la possibilità di modulare gradualmente i successivi interventi, da realizzare al momento in cui si troveranno i soldi. Creiamo però sin da subito questa possibilità integrativa, senza comprometterla per il futuro! Il Ponte Sanguinario, visibile e praticabile per intero, insieme alla auspicabile futura fruizione del vicino Anfiteatro, alle mura urbiche delle Piantarelle e dell’attigua Torre dell’Olio, diventerebbe un circuito storico culturale non indifferente per la parte bassa della città e, di conseguenza, una sicura attrazione turistica. Così facendo, tutto il centro storico di Spoleto, da nord a sud, sarebbe interessato nella sua interezza da elementi architettonici calamitanti. Ecco, signor Sindaco, il motivo di questo mio appello. Ho voluto lanciarlo ora che il progetto in parola, sempre da quel che mi è stato possibile sapere, non è ancora definitivo. Da parte mia, tutta la disponibilità collaborativa affinchè tutto ciò diventi realtà.
Ma questo dipende solo da Lei. Molti cordiali saluti.