Il presidente della Molini Popolari Riuniti fa il punto sulla situazione dell’azienda in occasione della giornata seminariale con la rete tecnica e commerciale
“Siamo preoccupati della situazione che sta determinandosi sul versante delle materie prime e, soprattutto, sui costi energetici dove avremo un aumento del 100% sull’energia elettrica e un 140-150% sul metano rispetto al 2021. Le vicende di queste ore in Ucraina sicuramente aggraveranno la situazione”. Esprime preoccupazione Dino Ricci, presidente della Molini popolari riuniti (Mpr), storica cooperativa umbra che ha ripreso a organizzare le giornate seminariali rivolte alla rete tecnica e commerciale, sospese a causa della pandemia. E proprio davanti ai dipendenti e agenti, circa 40 riunitisi a San Martino in Campo a Perugia, Ricci ha esposto alcune riflessioni nell’ambito dell’iniziativa formativa e informativa sul ruolo della Molini popolari riuniti nel dopo pandemia. Insieme ad alcuni esperti esterni, si è parlato di come la sostenibilità economica, sociale, ambientale e la digitalizzazione impatteranno sull’azienda, e quindi di strategie e obiettivi futuri.
Gli aumenti e la ripresa
“Auspichiamo che sia una situazione transitoria – ha sottolineato Ricci – perché l’aumento dei costi dell’energia e dei carburanti nella logistica vanno a incidere sui prezzi di vendita dei prodotti. Questo rischia, anche sul piano nazionale, di rallentare quella ripresa determinata anche dai fondi del Pnrr. Intanto stiamo lavorando al piano industriale triennale 2022-2024”.
Il bilancio
“Chiuderemo il bilancio 2021 con circa 84 milioni di fatturato – ha detto Ricci –, con una crescita in termini percentuale di oltre il 13% rispetto al 2020. Incremento in parte determinato dalla spinta inflazionistica in parte da un aumento quantitativo delle produzioni. Nella mangimistica siamo arrivati a circa un milione e 200 mila quintali; nella molitoria abbiamo raggiunto 250 mila quintali di macinazione, con un aumento di circa 40mila quintali sul 2020. È aumentata di oltre il 12%, poi, la produzione della panificazione, dove avevamo avuto un calo nel 2020, recuperando circa due milioni di fatturato”. “Stiamo proseguendo negli investimenti – ha concluso Ricci –. È in fase di completamento il nuovo centro servizi di San Martino in Campo che pensiamo di concludere entro l’estate 2022, per un investimento di oltre due milioni e cinquecentomila euro; altri investimenti importanti sono stati realizzati nel corso del 2021 finalizzati al processo di delocalizzazione”.
La panificazione
“Nel settore della panificazione – ha proseguito Paolo Minelli, direttore d’area Mpr – terremo conto del nuovo mercato che guarda al salutismo, alla lenta lievitazione, alle farine integrali e poco raffinate e alle piccole pezzature. Punti di forza saranno filiera corta e siti produttivi sempre più specializzati. Rispetto a questo stiamo investendo in innovazione tecnologica, ricerca e sviluppo, controllo qualità e macchinari. Per il 2022 ci poniamo come obiettivo il consolidamento di quanto già fatto e ulteriore crescita su alcuni prodotti di nicchia, come la Pinsa Umbria, che da sola produce un fatturato di un milione di euro, a cui affiancare altri prodotti come il pane ai cereali e i pani caserecci”.
I numeri rispetto al 2020
“Rispetto al 2020, nel settore della trasformazione – ha infine aggiunto Giancarlo Mancini, direttore d’area produttiva e commerciale Mpr – il 2021 ha portato un aumento della produzione del 15% nella molitoria e del 2% nella mangimistica, con un aumento del fatturato del 15% nel settore della rivendita, 30% negli allevamenti e 10% nei mezzi tecnici”.