La prova sul recupero carcasse San Zino di Città di Castello organizzata da Regione con Usl 1, i tre Atc, Izsum e carabinieri forestali
Prima esercitazione in Umbria su una simulazione di recupero di carcasse di cinghiali per fronteggiare un’eventuale emergenza da peste suina africana.
L’esercitazione, informa l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, si è svolta presso la Zona di Addestramento Cani di Tipo B, a San Zino di Città di Castello. Si è simulata la ricerca di carcasse di cinghiale, così come previsto dal Piano regionale di sorveglianza e prevenzione della Peste Suina Africana. L’iniziativa è stata organizzato dal Servizio Prevenzione, Sanità Veterinaria e sicurezza alimentare della Regione Umbria in accordo con il Servizio Foreste, Montagna, Sistemi naturalistici e Faunistica-venatoria, dall’Ausl Umbria 1, dall’ATC1 e dall’URCA (Unione Regionale Cacciatori dell’Appennino.
Erano presenti i rappresentanti del Centro di referenza nazionale per lo studio delle malattie da Pestivirus ed Asfivirus (CEREP), dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche (Sezioni PG ed AN), dell’ Osservatorio epidemiologico veterinario (OEV), dell’ Ausl Umbria 2, ATC2 ed ATC3 e dei Carabinieri Forestali.
L’esercitazione ha avuto inizio alle 8,30 ed è terminata alle ore 12.30.
Incontro sulla peste suina africana
Prima dell’avvio dell’attività, sono stati esposti gli obiettivi dell’incontro focalizzando l’importanza della necessità di avere a disposizione personale esperto in campo per rafforzare l’intero sistema di sorveglianza passiva, formando squadre che potranno essere attivate in corso di epidemia quando la rimozione di carcasse potenzialmente infette rappresenta una fondamentale misura di contrasto alla propagazione dell’infezione.
Inoltre, ai partecipanti sono stati forniti approfondimenti sulla peste suina africana, sulle procedure di biosicurezza e indicazioni operative da adottare in seguito al ritrovamento delle carcasse.
Battitori e binomi
La simulazione ha previsto la suddivisione dell’area di battuta in due sub-battute per valutare e comparare due metodi di ricerca: battitori e binomi.
Una terza squadra ha provveduto al recupero delle spoglie la cui posizione del ritrovamento è stata segnalata tramite l’app regionale “Lifestrade”.
Le carcasse, tutte testate dall’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche, sono state posizionate nell’area la mattina stessa dell’esercitazione e secondo diversi livelli di difficoltà per verificare il grado di accuratezza degli operatori e dei binomi utilizzati, posizionando le spoglie senza generare tracce sul territorio.
Tutti i reperti che sono stati posizionati nell’area per la simulazione sono stati ritrovati.
Carcasse di cinghiali smaltite all’Izsum
Le carcasse sono state raccolte e smaltite, come previsto dalla normativa vigente, dalla Sezione Diagnostica dell’IZS dell’Umbria e delle Marche – Sezione di Perugia.
Al termine della simulazione si è svolta una riunione per far emergere le criticità che sono state riscontrate e quindi per integrare e modificare la procedura operativa attuata nel corso della simulazione.