Visita alla struttura di una delegazione con l'on. Gallinella e il sindaco, insieme ad agricoltori e cacciatori | Prospettive anche per un nuovo impianto
Sopralluogo al mattatoio comunale di Spoleto, individuato come possibile centro per la macellazione delle carni di cinghiale, di cui si vuole istituire la filiera.
La struttura di via dei Filosofi è stata visitata in mattinata dal presidente della Commissione agricoltura della Camera, Filippo Gallinella, dal sindaco di Spoleto Andrea Sisti, dall’assessore Agnese Protasi. Presenti anche il presidente dell’Atc Perugia 2 Luciano Calabresi (Federcaccia), i presidenti nazionali (Paolo Sparvoli) e umbro (lando Loretoni) della Libera caccia, rappresentanti del Parco 3A e i veterinari della Regione Umbria.
Dopo il sopralluogo alla struttura, si è svolta una riunione tecnica a Passo Parenzi, dove si è appunto discusso del potenziamento della macellazione a Spoleto, in particolare della carne di cinghiale a seguito dell’auspicata riattivazione della filiera. Per la quale, come ha spiegato l’assessore regionale Roberto Morroni nei giorni scorsi sollecitato su questo tema in Aula, si confida sull’attività di selezione, vista anche la presenza stimata in oltre 70mila capi nel territorio regionale.
Ovviamente per le aree più distanti da Spoleto, come l’Orvietano, il Trasimeno, l’Alto Tevere, dovranno essere previste anche delle strutture dove sia più agevole portare le carni. Ma intanto, Spoleto ha dato la sua disponibilità a diventare centro di referenza regionale per la lavorazione delle carni dei selvatici.
Ammodernamento del mattatoio e possibile nuova struttura
Il Comune di Spoleto, ovviamente attraverso il coinvolgimento della Regione Umbria, è pronto a verificare tutte le possibilità per attrarre fondi europei e nazionali per il progetto. E non si esclude anche un ulteriore sviluppo, con la possibilità, oltre al potenziamento del mattatoio attuale, di realizzarne uno nuovo nella zona industriale di San Giacomo.
Centro di raccolta per la carne di selvaggina
“Abbiamo effettuato un rapido sopralluogo del complesso – le parole dell’on. Gallinella al termine del sopralluogo – per il quale deve essere sicuramente previsto un ammodernamento. In questa ottica si potrebbe configurare, secondo gli operatori presenti, la realizzazione di un centro di raccolta che rappresenterebbe lo step base per poter lanciare la filiera della carne di selvaggina, a partire dagli ungulati. In questo modo, al di là delle squadre di caccia che sono ben organizzate, anche il singolo cacciatore di selezione potrebbe avere una struttura utile alla prima lavorazione e al controllo veterinario. Tutto questo, al fine di ottenere una carne sana, tracciata e monitorata, non solo contro la minaccia della peste suina, ma anche di altre malattie. Dobbiamo fare in modo di riportare la popolazione degli ungulati ad un numero tale da limitare i danni all’agricoltura, permettendo così una pacifica convivenza tra l’ambiente naturale e le attività antropiche, oltre che un percorso di collaborazione con gli agricoltori, le associazioni venatorie, il mondo della politica e della comunità civile”.
Un tema ancora più importante alla luce dell’emergenza, nel nord Italia, legata al ritrovamento di cinghiali affetti da peste suina africana.
Spoleto possibile modello da replicare
Dopo quello di oggi, ha spiegato Gallinella, è previsto un futuro secondo appuntamento, nel quale si delineeranno meglio i vari passaggi da intraprendere con l’auspicio della massima collaborazione e della disponibilità di tutti. “Un modello – conclude Gallinella – che se funzionasse, potrebbe essere replicato”.