“Se consideriamo il pessimo andamento economico del 2013, possiamo parlare di tenuta. Un calo dello 0,9%, della base imprenditoriale, è di dimensioni contenute e non intacca la linea di resistenza del nostro sistema. Resta uno stato di grande difficoltà per le imprese, con un mercato interno ancora fermo e incapace di sostenere consumi e occupazione”: è quanto ha affermato il presidente della Camera di commercio di Perugia, Giorgio Mencaroni, presentando il Rapporto Movimprese 2013.
I dati – Il numero complessivo delle imprese registrate al 31 dicembre 2013 in provincia di Perugia è pari a 73.451 unità, in contrazione dello 0,9% rispetto al 2012; le imprese attive sono quasi 63.000, in diminuzione dell'1,4%. Le imprese inattive (5.104) e le sospese (282) crescono rispettivamente del 2,5% e del 9,3%. Si sviluppa la rete delle “unità locali” che, attestandosi a oltre 13.400 unità, registrano un tasso di variazione in crescita dell'1,1%.
Pesante – è detto in un comunicato della Camera di commercio – il dato delle imprese in scioglimento e liquidazione (quasi 3.000 a fine 2013), ma è ancora più critico quello relativo alle procedure concorsuali, che hanno interessato 2.086 imprese, in aumento del 4%. L'aggregato delle strutture aziendali nella provincia di Perugia (imprese registrate più unità locali) a fine 2013 è pari a 86.853, leggermente in diminuzione rispetto all'anno precedente (-0,6%). Nel 2013, il sistema produttivo della provincia ha una presenza di società di capitali pari al 19,8% del totale delle imprese registrate, analogo a quello regionale (20%); la diffusione delle società di capitali è però nettamente inferiore rispetto a quella osservata nell''insieme delle regioni del Centro (quasi al 30%) e anche in Italia (23,8%). Il peso delle società di capitali è comunque in crescita nel decennio.
Le imprese individuali sono la forma giuridica largamente maggioritaria nella provincia di Perugia (53,8% del totale), anche se in calo da ormai un decennio. Il peso delle imprese individuali nel tessuto produttivo perugino è peraltro inferiore a quello osservato a livello regionale e nazionale.
I settori – Le imprese perugine sono distribuite nei principali comparti in modo piuttosto omogeneo: in termini di peso percentuale il primo è il Commercio che assorbe oltre il 24% del totale delle imprese; il secondo è l'Agricoltura, che arriva a quasi il 20%; seguono le Costruzioni, con poco più del 15%, il Manifatturiero e i Servizi alle imprese, ciascuno con circa l'11,5%. In confronto con il 2012, il numero delle imprese registrate varia in tutti i comparti in misura contenuta; la riduzione maggiore si osserva in Agricoltura (-3,1%), seguita da Costruzioni e Trasporti e spedizioni (-2,8%). Sono in aumento le imprese registrate nel settore delle Assicurazione e credito (+2,8%), nel Turismo (1,4%) e nei Servizi alle imprese (+1,1%). Incoraggiante il tasso di sopravvivenza delle imprese perugine. Tra le imprese iscritte e classificate, il 72% circa di quelle iscritte nel 2010 è risultata ancora attiva nel 2013, a fronte del 70% nazionale; tra le iscritte nel 2011, l'80% era ancora attivo dopo due anni, rispetto al 78% nazionale.
“La crisi – ha commentato Mencaroni – non dà tregua alle imprese, ma per fare le scelte che servono al Paese dobbiamo guardare a chi non si scoraggia, alla capacità del sistema produttivo di rigenerarsi puntando ai settori che offrono più opportunità. Le imprese che continuano a nascere – quasi 4000 nel 2013 – sono in molti casi frutto di un'auto-imprenditorialità che va guardata con favore e sostenuta”.
“Dobbiamo alimentare il coraggio di chi fa impresa e ridare fiducia alle famiglie e a chi cerca lavoro – ha aggiunto il presidente Mencaroni – e per farlo è indispensabile rafforzare le reti che costruiscono questa fiducia, a partire dalle istituzioni. E' un impegno che le Camere di commercio stanno portando avanti insieme alle rappresentanze imprenditoriali”. Secondo Mencaroni, “senza forti azioni di sostegno le imprese che continuano a nascere hanno ben poche possibilità di crescere e consolidarsi”.
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