L’Umbria è leggermente al di sopra della media nazionale per quanto riguarda la digitalizzazione
Nell’ultimo anno e mezzo molte persone che erano in precedenza poco avvezze alle tecnologie digitali si sono ritrovate di fronte a una scelta quasi obbligata verso una maggiore connessione alla rete. Da un lato, la pandemia ha reso i contatti via internet l’unica opzione possibile per rimanere vicini a familiari e amici. Per molti, anche il lavoro si è spostato dall’ufficio alla scrivania di casa, con riunioni via Zoom e aggiornamenti su Slack anche per le aziende in precedenza poco connesse alla rete. Lo SPID è ormai necessario per avere accesso alla Pubblica Amministrazione, e il Green Pass per muoversi liberamente negli spazi condivisi. Inoltre, tante delle risorse del PNRR andranno proprio in investimenti pensati per velocizzare la digitalizzazione in Italia. Vediamo allora situazione attuale e alcune prospettive future, con un’attenzione particolare all’Umbria.
Digitalizzazione in Italia e rapporto DESI
Molti dei dati a disposizione per valutare la situazione attuale provengono dal DESI (Digital Economy and Society Index) della Commissione Europea. L’Italia nel pre-pandemia non si piazzava bene, rimanendo verso la coda della classifica al venticinquesimo posto su ventotto paesi. Si trovavano grosse criticità in particolare dal punto di vista delle competenze digitali degli italiani, nettamente inferiori a quelle europee. Nel 2020, infatti, solo il 42% delle persone in Italia aveva almeno competenze di base, contro una media UE del 58%.
D’altro canto, è in crescita l’interesse per le professioni legate al mondo del digitale. L’informatica è ormai materia di studio in tutte le scuole, e ci sono anche istituti specializzati nella formazione alle carriere legate al web. Tanti si rivolgono poi a enti come aulab per intraprendere un corso di informatica professionale che dia accesso in pochi mesi di studio intensivo alla promettente carriera di programmatore web. Se fino ad ora l’uso di internet da parte degli italiani era principalmente indirizzato verso attività di intrattenimento, ci sono buone prospettive verso una maggiore diffusione di competenze più avanzate.
Digitalizzazione e connettività in Umbria
Secondo il DESI regionale, l’Umbria è leggermente al di sopra della media nazionale per quanto riguarda la digitalizzazione nel complesso, con un 56,7 punti a fronte di un punteggio medio italiano di 53,8.
Ciononostante, un sondaggio Istat mostra che molte aziende della regione sono insoddisfatte riguardo allo smart working. Il 24,4% delle imprese ha notato un calo della produttività legato al lavoro in remoto, e una diminuzione dell’efficacia di gestione del 30%. I costi operativi, d’altro canto, sono aumentati del 26,6%.
L’Umbria spicca invece dal punto di vista delle infrastrutture per la rete e della connettività. Si aggiudica infatti il secondo posto dopo il Piemonte nella copertura della banda ultra larga, raggiungendo ben il 93,8% dei civici per quanto riguarda le aree grigie e nere. Guardando alle sole reti ad alta velocità la regione è di gran lunga al primo posto con una copertura dell’80,8% dei civici, staccando di molto le Marche, al secondo posto con il 51%.
Considerando anche le zone bianche a minore densità abitativa, l’Umbria è al 59,1% di copertura complessiva, vicina alla media nazionale. L’Umbria guadagna di nuovo la prima posizione se guardiamo alla copertura delle reti VHCN (Very High Capacity Network, cioè le reti a capacità molto alta): raggiunge qui il 51,4%, distanziando ancora una volta la seconda classificata (la Liguria al 27,5%).
Le prospettive future continuano a essere positive per la regione, secondo le dichiarazioni degli operatori su investimenti futuri fino al 2022. L’Umbria dovrebbe infatti guadagnarsi il primo posto sia per quanto riguarda le zone grigie e nere, che per la copertura di reti ad alta capacità includendo anche le zone bianche.