L'uomo nel pomeriggio si era recato nel campo di sua proprietà nei pressi del fiume, le ricerche notturne di Polizia e vigili del fuoco lo hanno ritrovato intorno alle 22
Nel primo pomeriggio si era recato lungo l’argine del Tevere – in un campo di sua proprietà – per fare dei lavoretti ma alle 21, non era ancora tornato a casa.
E’ successo ieri (26 maggio) a Città di Castello, con i familiari dell’anziano tifernate costretti a chiamare la Polizia. Gli agenti locali, con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Perugia e i vigili del fuoco, hanno subito iniziato le ricerche in superfice dell’uomo, setacciando al buio tutto il campo e la zona indicata dai parenti.
All’improvviso, verso le ore 22, le forze dell’ordine, nonostante l’oscurità, hanno notato una strana apertura tra i rovi sulle sponde del Tevere, che avrebbe potuto essere stata creata proprio dal passaggio di una persona.
Una giusta intuizione che ha ripagato gli agenti i quali, poco dopo essersi addentrati nella vegetazione, hanno sentito una flebile voce proveniente dalla riva del fiume: qui, in uno stato di semi coscienza, c’era l’anziano disperso con parte del corpo nell’acqua, intrappolato tra le piante spinose da cui non era riuscito a liberarsi e risalire nel campo.
I poliziotti hanno tentato di estrarre l’uomo e sollevarlo a mani nude ma senza successo, proprio a causa della fitta vegetazione di rovi e del terreno ripido e cedevole dell’argine del fiume. Solo dopo l’immediato intervento dei vigili del fuoco, l’anziano è stato tratto in salvo con una complicata manovra e l’utilizzo di corde. Una volta messo in sicurezza il tifernate è stato affidato alle cure del 118.