In Commissione comunale il confronto con le associazioni e il dirigente Naldini, passato da Palazzo dei Priori alla Regione
Anas inquadra il progetto del Nodino di Perugia nell’ottica dell’interesse nazionale. Cioè dei rallentamenti sulla E45 Orte-Ravenna e, in prospettiva, sull’asse Roma-Ancona, terminata la superstrada della Quadrilatero. La viabilitĂ perugina, da questo punto di vista, è un problema secondario. Lo ha ribadito in Commissione urbanistica perugina Leonardo Naldini, prima dirigente per Palazzo dei Priori e ora passato tra i tecnici della Regione. Ad oggi non esiste ancora un progetto aggiornata della bretella cosiddetta “Nodino”, perchĂ© Anas non ha ancora provveduto a redigerlo. Pertanto ad oggi si sta solo procedendo sulla base di un progetto preliminare del 2003 che potrĂ essere soggetto a modifiche.
L’annuncio di Melasecche
Il via libera alla nuova progettazione del Nodino era stata annunciata in autunno dall’assessore regionale Enrico Melasecche. Annunciando che il Ministero delle Infrastrutture aveva accolto la richiesta della Regione Umbria ed autorizzato l’Anas a redigere il progetto definitivo del “Nodino di Perugia” e, cioè, il tratto di strada che costituisce parte dell’itinerario del cosiddetto “Nodo di Perugia” (Corciano-Madonna del Piano-Collestrada).
La mobilitazione del territorio e il ripensamento della Regione
Poi la sollevazione delle associazioni del territorio, delle opposizioni e poi dei sindaci di Perugia e Torgiano hanno portato una frenata. Dopo un confronto in maggioranza. “E’ in atto una interlocuzione con i sindaci e con i territori” ha detto la governatrice Tesei, sollecitata sul tema in occasione dei progetti del Recovery Plan. Tra i quali il Nodino non compare perchĂ©, appunto, inserito in interventi di interesse nazionale giĂ finanziati con altre misure. Tesei ha anche ribadito che il problema del traffico nel tratto di Ponte San Giovanni deve comunque essere risolto.
Il raddoppio della rampa
In Commissione comunale Naldini ha evidenziato che il Nodino per la Regione non è un obiettivo ineliminabile del mandato dell’attuale Giunta. Tanto è vero che si è alla ricerca di possibili soluzioni alternative, che ad oggi mancano. Ciò che la Regione considera prioritĂ assoluta è la realizzazione del raddoppio della rampa di accesso alla cittĂ di Perugia all’altezza di Ponte San Giovanni. Che è l’intervento invocato anche a Perugia. Sul quale però Anas ha giĂ rappresentato le difficoltĂ in relazione al raddoppio del viadotto Volumni, perchĂ© appoggiato su un’area di pregio storico. Per questo l’azienda sta lavorando all’ipotesi del solo allargamento del “rilevato stradale”.
Naldini ha però anche difeso le intenzioni dell’assessore Melasecche, finito nel mirino anche degli esponenti del suo stesso partito, la Lega, a Perugia. L’assessore, ha ribadito il dirigente, considera il Nodino come primo stralcio di un’opera piĂą ampia (il Nodo) che dovrĂ poi proseguire verso Corciano o, quantomeno, fino all’ospedale Silvestrini.
Romizi: fuga in avanti della Regione
Il sindaco Romizi parla di “fuga in avanti” della Regione. Senza un preventivo confronto con il territorio. Lamentando l’approccio dell’assessore Melasecche, che ha fatto ripartire un progetto fermo da 20 anni. Non è serio, secondo Romizi, riprendere in mano questa progettazione senza dare la possibilitĂ alle comunitĂ , alle Amministrazioni ed ai territori di potersi esprimere sulla validitĂ dello stesso.
Come Comune – ha rappresentato il sindaco – abbiamo chiesto già alla presidente Tesei di attivare dei tavoli tecnici con i soggetti interessati (Anas, Regione, Comuni, cittadini), perché lì devono essere individuate le idee progettuali alternative, magari utilizzando le proposte provenienti dalla cittadinanza.
Romizi si è detto convinto che si debba puntare sul rafforzamento del trasporto pubblico locale. Con una riserva, ossia che ciò non sia sufficiente da solo per risolvere tutte le criticità di traffico e congestione.
Le associazioni
Circa il progetto Tram-treno – riproposto da Luigi Fressoia (Italia Nostra) – l’amministrazione è concorde, tanto è vero che è stata riproposta alla Regione questa possibilitĂ , riconvertendo il tratto Fcu che interessa la Perugia nord e poi le stazioni di Ponte San Giovanni e Sant’Anna. Purtroppo – ha lamentato Romizi – ad oggi non vi è stato alcun riscontro dell’assessore Melasecche su questa prospettiva centrale per la cittĂ .
Rimane come punto fermo l’evidente criticità dell’area di Ponte San Giovanni che può essere risolta solo non ignorando le voci dei territori. Rappresentata in Commissione dagli interventi di Alessandro Severi dell’Associazione Sciogliamo il nodo-presidio Collestrada, di Pietro Floris dell’Associazione Sciogliamo il nodo-presidio Madonna del Piano, di Valeria Passeri (Wwf Perugia), di Simonetta Cianetti presidente del Comitato “Salviamo Collestrada”.
Il lavoro di Anas
Il nodo (con la “n” minuscola) è vedere ora se la mobilitazione del territorio e il ripensamento della politica basteranno a fermare la “macchina” che si è messa in moto a Roma, con Anas che ha giĂ avviato la progettazione definitiva. Che potrebbe essere pronta in tre mesi.
Tema, quello del Nodo di Perugia, sul quale la consigliera pentastellata Cristina Morbello chiede un Consiglio comunale aperto.