Dopo il voto unitario in Consiglio Caparvi stuzzica il partito di Meloni: erano filogovernativi quando si decidevano le nomine delle partecipate
Tregua sulla sanità, con la risoluzione di FdI votata anche dal resto della maggioranza, ma le tensioni tra il partito di Meloni e la Lega sono tutt’altro che sopite.
E quale sia il nodo, al di là del “passo” della Giunta, lo fa intendere il segretario leghista, Virginio Caparvi. Con una nota emanata appena spente le luci a Palazzo Cesaroni. In cui si ricorda il voto appena espresso sulla risoluzione di FdI “emendata in accordo tra tutte le forze di governo”.
Sanità e Covid, per ora
Tra FdI e Lega è solo tregua
Partecipate, le poltrone di FdI
E poi punta al sodo. “E pensare che gli stessi esponenti, oggi critici con la maggioranza di cui fanno parte – scrive Caparvi a proposito di FdI – sono stati convintamente filogovernativi nel momento in cui si dovevano decidere le nomine politiche nei vari centri di comando delle partecipate regionali”. E cita Michela Sciurpa amministratore unico di Sviluppumbria, Marco Magarini (Scuola umbra di amministrazione pubblica), Manuel Maraghelli (amministratore unico Afor), Antonio d’Acunto (ex consigliere comunale e provinciale di FdI – presidente Assofarm Umbria e Afas Farmacie comunali di Perugia), Elena Veschi presidente Corecom “nonché moglie – sottolinea Caparvi – di Andrea Lignani Marchesani, ex consigliere regionale fratelli d’Italia”.
Il decalogo di FdI per il “cambio di passo”
Insomma, FdI non siederà in Giunta (Tesei scelse Michele Fioroni come tecnico per l’economia), ma per la Lega non ha di che lamentarsi nelle persone piazzate negli organi di controllo.
Senza considerare che a giugno – ma questo nella nota di Caparvi non c’è – potrebbero esserci altri cambi tra i manager della sanità.
“Niente giochi di forza”
“Il momento difficile – conclude il segretario umbro della Lega – impone scelte coraggiose e non ammette giochi di forza tra chi è chiamato a guidare l’Umbria. L’affannosa ricerca del consenso non può e non deve distrarci dalle quelle urgenze le quali, prima ancora che innescate dai fatti degli uomini, ovvero da una sanità umbra indebolita da decenni di tagli, attengono alla fatalità di un virus che tiene fermo un pianeta da quasi un anno”.