La IV Commissione permanente Difesa ha approvato all’unanimità la Risoluzione n. 257 sullo stato e le funzioni degli enti dell’area industriale della difesa, tra cui il Polo di Mantenimento delle Armi Leggere di Terni e lo Stabilimento Militare di Baiano di Spoleto, che possono così tornare a sperare per il proprio futuro.
Finalmente un primo, concreto passo avanti per l’assetto degli enti che dipendono sia dall’area tecnico operativa che fa capo agli Stati Maggiori di Esercito e Marina, sia dalla Agenzia Industrie Difesa.
“Stabilimenti, arsenali e altre strutture dell’area industriale” ha sintetizzato, a conclusione dei lavori, la Presidente della IV Commissione Laura Garavini, “rappresentano uno strumento diretto ed efficace per garantire il costante supporto tecnico-logistico e manutentivo alle attrezzature dell’intero comparto”.
“Sono strutture indispensabili per garantire l’efficienza e la prontezza dei mezzi e degli armamenti della Difesa e dunque assetti strategici a cui il Paese non può rinunciare: per motivi di sicurezza perché sarebbe pericoloso demandare il funzionamento dei proprio assetti militari solamente a dei manutentori privati”.
Ma anche “per tutelare il corretto funzionamento anche di tutti quegli strumenti militari (navi, carri armati, armamenti) la cui manutenzione non sia più garantita da uno specifico contratto di supporto e manutenzione tecnica”. La senatrice Garavini ha sottolineato il “forte stato di sofferenza degli enti sia per il carente rinnovamento infrastrutturale, sia per la forte contrazione degli organici, in particolare dei ruoli tecnici del personale civile”.
I lavori
La IV Commissione ha lavorato per alcuni mesi invitando in audizione le più alte cariche militari e visitando alcuni enti militari, acquisendo così tutti gli elementi sullo stato di situazione.
I lavori, come si ricorderà, sono iniziati sotto la presidenza della senatrice Donatella Tesei (Lega) che, eletta governatrice dell’Umbria, ha lasciato il testimone alla collega Garavini (Italia Viva).
Drammatica la situazione degli organici, già ampiamente ridotti, che nel prossimo quadrienni subiranno un ulteriore calo di 1.000 unità.
I parlamentari hanno infatti potuto accertare come nelle 6 strutture del Comando Logistico dell’Esercito (il PMAL di Terni, il PolManteo di Roma, il Polo Nord di Piacenza, il Polo Sud di Nola, il Centro sperimentazione di Montelibretti e il Centro Nbc di Civitavecchia) sono attualmente impiegati 1.340 dipendenti civili, su un organico previsto di 2.427 unità, “con la prospettiva di arrivare, al 31 dicembre 2024, a sole 694 unità”.
Situazione analoga per i 3 arsenali della Marina (La Spezia, Taranto e Augusta) che impiegano al momento 1.595 civili su un organico previsto di 2.639, “con la prospettiva di arrivare al 31 dicembre 2024, a sole 1.100 unità”.
Sono invece solo 950 le unità di personale civile che lavorano nei 9 Stabilimenti militari che fanno capo alla Agenzia Industrie Difesa, ovvero negli Stabilimenti di Baiano di Spoleto, Noceto di Parma, Fontana Liri, Capua, Torre Annunziata, Castellamare di Stabia, Firenze, Gaeta e nell’arsenale di Messina.
Personale a cui si aggiunge un “numero considerevole di lavoratori precari, gran parte dei quali dipendenti di società cooperative, addetti ai servizi di manovalanza e facchinaggio, di cui appare necessario valutare la possibile graduale stabilizzazione”.
La Commissione ha evidenziato come questi enti “garantiscono lavorazioni di altissimo livello tecnologico” ma al contempo rischiano “a causa di un turn over pesantemente negativo, la perdita di competenze tecniche ad alta specializzazione, con inevitabili ricadute sulla capacità produttiva e manutentiva”.
Non meno importante il passaggio in cui la Commissione Difesa ha evidenziato come “neppure il trasferimento di personale militare non più idoneo al servizio rappresenta un adeguato sostegno alle necessità degli enti, in quanto tale personale spesso non è in grado di contribuire fattivamente alle attività svolte, e provoca altresì situazioni di disparità di trattamento economico, non sempre facili da gestire”.
La Risoluzione
Sette i punti con cui la IV Commissione impegna il Governo ad agire per questo settore del Ministero della Difesa:
- considerare investimenti per il rilancio dell’area industriale come possibile importante volano per la ripresa economica del Paese;
- proseguire, anche con un piano straordinario, gli interventi avviati per l’assunzione di nuovo personale qualificato, con profili tecnici e amministrativi, utilizzando modalità innovative di assunzioni fondate su percorsi formativi specifici, in collegamento diretto con realtà industriali, istituzionali, universitarie e scolastiche dei territori;
- rimodulare la Legge 244/2012 così da evitare di disperdere ulteriormente l’alto e qualificato patrimonio professionale “fin qui maturato da quelle persone ormai prossime all’uscita” atteso che l’età media del personale è ormai giunta alla soglia dei 59 anni;
- garantire un generale rinnovo infrastrutturale delle strutture;
- svolgere una ricognizione del patrimonio immobiliare individuando porzioni non più funzionali alle attività, così da poterle valorizzare, oltre che dismetterle a favore di altre amministrazioni dello Stato o Enti locali;
- re-internalizzare, per gli arsenali, le attività a medio contenuto tecnologico considerando che quelle a basso contenuto tecnologico possono essere facilmente reperite presso l’indotto locale
- valutare la proroga del piano pluriennale di interventi già previsto per adeguamento e ammodernamento degli stabilimenti della Marina, istituendo altresì analoghi strumenti per gli altri enti.
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