“C’è il serio rischio dello smantellamento dei diritti delle persone con disabilità. L’assessore comunale al Welfare Ceccotti si svegli dal torpore e faccia sentire la voce della città di Terni contro il piano nefasto della Giunta Tesei. Lo faccia – scrivono in una nota i gruppi consiliari del Movimento Cinque Stelle, del Pd e di Senso Civico – prendendo le distanze sia dalla sostanza che dalla modalità, anch’essa inaccettabile in quanto non risulta alcun confronto con i territori”.
Piano regionale integrato
I gruppi di opposizione guardano “con molta preoccupazione a quello che sta avvenendo in Regione rispetto al tema dei fondi legati al Piano regionale integrato non autosufficienza, interventi che ieri dalla Regione Umbria hanno palesato ad associazioni delle persone con disabilità e sigle sindacali. Da sottolineare l’assenza dell’assessore al ramo, il veneto Coletto.
Un incontro in cui non è stato fornito alcun documento ma solo alcune slide, in cui si è parlato esclusivamente di risorse senza spendere una parola sui progetti di vita delle persone con disabilità, sull’equipe multidisciplinare, sui parametri di valutazione degli interventi. Senza la consapevolezza di come le azioni proposte andranno a creare reazioni a catena che famiglie e servizi non saranno in grado di gestire. Dimostrando l’incapacità di passare dal sistema di protezione ad uno che riconosce i diritti“.
Un caos annunciato
“Con lo specchietto delle allodole di una pseudo libertà di scelta, in cambio di cifre che si aggirano da un minimo di 400 ad un massimo di 800 euro – incalzano – si andrà probabilmente ad intaccare profondamente la rete dei servizi senza aver disposto un’alternativa all’altezza della situazione. Si inguaiano i comuni che dovranno trovare risorse per mandare avanti realtà come i centri diurni almeno che non si voglia farne a meno.
Le cifre dell’assistenza a quanto pare non verranno date in base ai bisogni e al progetto di vita, ma in base all’isee e al carico familiare. Va sottolineato che per i soggetti gravissimi la cifra elargita scenderà dai 1200 euro agli 800. Senza che sia chiaro se l’accesso a questo tipo di assistenza limiterà come avviene quasi ovunque l’accesso ad altri servizi e prestazioni. Uno scenario verosimile visto che la sovrapposizione dei servizi taglierebbe fuori una moltitudine di persone a vantaggio di altri.
In questi giorni alcune associazioni hanno denunciato come a Terni rispetto alla gestione del welfare ci sia troppa continuità con il passato. A questa denuncia va aggiunto da parte nostra che quando la Lega ed il centrodestra cercano di cambiare qualcosa lo fanno in modo disastroso, con arroganza, spacciando decisioni calate dall’alto come confronto, senza avere la minima consapevolezza dei danni che si vanno a fare alle famiglie e alle persone”.