“Abbiamo tentato di riaprire le scuole ma ci sono problemi di sicurezza, perché con le classi che abbiamo non riusciremmo ad evitare gli assembramenti. Ma, almeno per i ragazzi delle classi terminali, credo sia importante salutarsi, perché poi il prossimo anno si troveranno in una classe diversa. Questa non è la soluzione al problema ma credo sia psicologicamente importante”. Parola del viceministro all’istruzione, l’umbra Anna Ascani. Che insiste sulla sua proposta di permettere ai bambini delle ultime classi di scuola ed ai loro insegnanti di vedersi almeno una volta.
L’idea della Ascani di tornare a scuola per l’ultimo giorno, almeno per quinta elementare, terza media e quinto superiore, era stata bocciata dal Comitato tecnico scientifico. Ma, chiarisce la viceministro, non è una chiusura totale alla proposta, solo relativa agli spazi chiusi.
Protocollo per ultimo giorno di scuola all’aperto
“Ieri – spiega Anna Ascani, intervenuta durante la trasmissione Agorà su Rai 3 – ho sentito il professor Miozzo per capire se quel ‘no’ era generale o solo riferito alla classe. Lui mi ha specificato che il tema è la classe chiusa. Quindi nelle prossime ore cercheremo di definire un protocollo di sicurezza che consenta a quelle scuole che intendano farlo di svolgere l’ultimo giorno all’aperto, nel cortile o in altri spazi. La sindaca di San Lazzaro lo sta già facendo, dando un bel segnale ai ragazzi: che la politica si sta occupando anche di loro”.
Ampliamento delle attività didattiche
“Sta per uscire – prosegue il viceministro all’Istruzione – il rapporto della commissione Bianchi in cui si dice in modo chiaro che per elementari e medie la didattica sarà al 100% in presenza. Quindi dovremo moltiplicare gli spazi e accrescere l’organico. La soluzione non è fare turni orari ma ampliare le attività didattiche, inserendo nei curricula a pieno titolo l’arte, lo sport, la musica, i laboratori. Questa sarà la risposta che daremo. Non una didattica a distanza che va bene per tamponare l’emergenza ma non può sostituire la scuola”.
C’è bisogno di far riaprire i nidi
“Mi sono battuta molto perché i bambini da 0 a 6 anni avessero un riconoscimento all’interno del decreto rilancio e perché potessero ripartire quelle attività già da giugno. Mi auguro che il Comitato tecnico scientifico ci dia una risposta sulla riapertura dei nidi, perché abbiamo bisogno di far riaprire quelle strutture” conclude Anna Ascani.