Accordo tra Regione Umbria e cliniche private per far fronte all’emergenza Coronavirus e garantire le prestazioni sanitarie per le altre patologie.
La Giunta regionale, su iniziativa dell’assessore alla Salute, Luca Coletto, ha approvato lo schema di accordo quadro tra Regione Umbria, Associazione italiana di ospedalità privata (Aiop) e Associazione religiosa istituti socio sanitari umbria (Aris), per la regolamentazione “dei rapporti finalizzati – si legge nella nota della Regione – al coinvolgimento degli ospedali privati accreditati nella rete ospedaliera regionale della gestione dell’emergenza Covid-19“.
La rete ospedaliera pubblica e privata
“In seguito alla diffusione dell’infezione prodotta dal Covid -19 – spiega l’assessore Coletto – il Ministero della Salute ha aggiornato le linee di indirizzo organizzative dei servizi ospedalieri e il percorso organizzativo dei servizi regionali ospedalieri e territoriali. Con l’emanazione di circolari ministeriali sono stati sospesi i ricoveri in ospedale e ridotte molte attività ad eccezione di quelle considerate non procrastinabili, quali i ricoveri in regime di urgenza (da intendersi in emergenza), i ricoveri elettivi oncologici ed i ricoveri elettivi non oncologici con classe di priorità A. Contestualmente alla sospensione delle ospedalizzazioni – prosegue – ora è stato necessario riprogrammare le attività considerando tutta la rete di offerta ospedaliera sul territorio, pubblica e privata, in modo da individuare delle strutture da dedicare alla gestione dell’emergenza ospedaliera non Covid”.
A Perugia già contatti con 4 cliniche
L’Azienda ospedaliera di Perugia, come ha anticipato il commissario straordinario Antonio Onnis, ha già preso contatto con quattro cliniche private (Liotti, Porta Sole, Lami e Villa Fiorita) per la sinergia in grado di consentire al personale ospedaliero di effettuare alcune prestazioni che erano state sospese a seguito dell’emergenza Covid-19. “Ma non si tratta di privatizzazione delle prestazioni, è solo una sinergia logistica” ha precisato Onnis.
Il via libera da Roma
Nell’ambito del piano di potenziamento della rete ospedaliera, a livello nazionale sono state previste per le strutture private diverse tipologie di coinvolgimento, funzionali all’accreditamento di ogni struttura per area chirurgica e area medica, ovvero strutture da utilizzare per il trasferimento e trattamento della casistica chirurgia (a), internistica (b) e riabilitativa (c) di pazienti che necessitano di cure.
Tampone ai pazienti trasferiti
“La Regione – riferisce l’assessore Coletto – ha quindi stabilito un accordo, che sarà presto firmato, con le Case di Cura AIOP Umbria e ARIS Umbria grazie al quale le strutture private metteranno a disposizione posti letto per pazienti non Covid attualmente degenti presso gli ospedali pubblici, oppure che sono accolti quotidianamente presso i servizi di triage dei Pronto soccorso e che necessitano di prestazioni di tipo urgente o non procrastinabili. Inoltre, garantiranno le prestazioni chirurgiche non procrastinabili con ricovero programmato. I pazienti accolti – conclude Coletto – se inviati dalle strutture pubbliche, dovranno essere sottoposti alla fase preventiva di triage e aver effettuato il tampone”.
La gestione resta pubblica
Lo schema di accordo prevede che l’attività svolta in questa fase di emergenza presso le Case di Cura accreditate non rientra nell’attività normalmente contrattualizzata da parte delle Aziende Sanitarie Locali e potrà risultare come attività svolta dall’Azienda pubblica che ha trasferito l’attività presso la Casa di Cura.
Sospese le incompatibilità del personale
Per il periodo di durata dell’emergenza e fino a quando la Regione non dichiarerà terminata questa fase, sono sospese le norme relative all’incompatibilità del personale, sia quelle attinenti l’eventuale operatività del personale pubblico, sia quelle relative alla possibilità del personale e dei collaboratori delle strutture private di operare presso le strutture pubbliche.
I pazienti già in lista di attesa
Le Case di Cura potranno erogare le prestazioni eseguite dai professionisti che operano al loro interno per i pazienti già in lista di attesa. E sempre secondo la progressiva e graduale riattivazione dell’attività sanitaria non procrastinabile, sono inoltre abilitate ad effettuare direttamente con proprio personale i prelievi per gli esami diagnostici a dipendenti e pazienti che si devono ricoverare. L’accordo terminerà alla conclusione dell’emergenza e avrà valore su tutto il territorio regionale.