Il drone per controllare la qualità delle acque, acquistato da Arpa Umbria per 200mila euro, utilizzato solo tre volte dal 2013. Un’imbarcazione tecnologica, presentata con tanto di enfasi da parte dell’Arpa, usata alla fine come semplice barchetta per andare sulle acque del Trasimeno.
A seguito degli accertamenti delegati dalla Procura Regionale della Corte dei Conti, i finanzieri del Comando Provinciale di Perugia hanno segnalato quattro soggetti ritenuti responsabili di un danno erariale di oltre 200mila euro per il mancato utilizzo del drone acquatico “Galileo” da parte dell’Arpa Umbria.
“Galileo – scrisse Arpa Umbria sul proprio sito nel comunicare l’attivazione del drone – consentirà di ottenere le informazioni ambientali in modo automatico senza l’impiego di personale specializzato, così il battello sarà in grado di fornire dati sempre aggiornati, utili per le attività di gestione e salvaguardia dei bacini lacustri della regione“.
Storia di sprechi
Il drone, progettato e realizzato per l’esecuzione di monitoraggi ambientali e per l’acquisizione dei dati scientifici raccolti in ambienti acquatici quali laghi, fiumi, acque chiuse e protette, era costituito da un’imbarcazione della lunghezza di 6 metri, dotata di due motori elettrici indipendenti, di un radar e di una sonda multiparametrica, in grado di eseguire in tempo reale l’analisi clinica dell’acqua, nonché di raccogliere campioni d’acqua mantenendoli refrigerati.
Lo strumento era stato acquistato dall’Arpa nel 2013 e, dopo aver effettuato alcune “missioni” come test, era stato effettivamente impiegato a livello “operativo” solamente in tre occasioni nel mese di gennaio 2016 finché, dopo 3 anni di completo inutilizzo, nel 2019 è stato privato di tutta la strumentazione e definitivamente trasformato in una semplice imbarcazione per due persone.
Le indagini
L’attività condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Perugia, svolta in sinergia con la Procura Regionale della Corte dei Conti, rientra tra le priorità demandate al Corpo, tese a controllare il corretto utilizzo delle risorse pubbliche per la tutela della collettività.
In un periodo in cui si dibatte sull’impiego dei droni per vigilare sull’osservanza delle norme anticontagio, si scopre che già in passato il loro uso, per altre finalità, era stato ritenuto inutile, ma solo dopo aver sostenuto ingenti spese per il relativo acquisto.