Bimba contesa dai genitori a Todi, madre denuncia l’assistente sociale. Lesioni personali, abuso d’ufficio e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale le ipotesi di reato che la donna, assistita dall’avvocato Francesco Miraglia, ipotizza nei confronti dell’assistente sociale.
La figlia contesa
Una relazione che finisce, un rapporto che si interrompe e gli inevitabili conflittualità tra genitori per la gestione della bambina.
“Ma mai una donna – si legge nella nota del legale – si sarebbe aspettata di venire etichettata come pazza e di vedersi togliere completamente la figlia, affidata ora al padre. La bambina risente dello stress e della lontananza dalla mamma, ma l’assistente sociale la dipinge come allegra e felice e, in barba al codice deontologico, descrive il padre come l’unica persona adatta ad occuparsi della piccola”.
Dallo scorso maggio a questa donna non è consentito avvicinarsi alla figlia, né avere notizie di lei, perché, tornata al suo Comune d’origine “con l’assenso iniziale dell’assistente sociale“. Che poi però – secondo quanto riferisce lo studio legale Miraglia – l’ha denunciata alla Procura minorile, asserendo che il suo allontanamento avrebbe pregiudicato le viste al padre.
La donna ha quindi denunciato l’assistente sociale per lesioni personali, abuso d’ufficio e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale.
Parla l’avvocato della mamma
“La settimana scorsa abbiamo incontrato l’assistente sociale perché chiarisse la propria decisione – dichiara l’avvocato Francesco Miraglia, legale della donna – ma non è stata nemmeno in grado di motivare le sue scelte. La sua relazione, che ha stravolto la vita della mia assistita e soprattutto della bambina, è totalmente falsa e chissà su quali basi l’ha fondata, se non è stata nemmeno in grado di motivarcela“.
La mamma della bambina era già stata sottoposta a due perizie, che l’avevano entrambe reputata idonea, affettuosa, competente come mamma. La figlia era serena, affettuosa, autonoma, anche per le insegnanti della scuola che allora frequentava. L’ unica cosa emersa, entrambe le volte, era l’intensa conflittualità tra i genitori, che faticavano a trovare punti di convergenza relativamente alla gestione ordinaria e straordinaria della figlia.
La relazione contestata
“Non si comprende allora il motivo – prosegue il legale – per il quale l’assistente sociale incaricata, anziché lavorare in modo da tutelare la minore dalla conflittualità genitoriale, pare quasi abbia alimentato le contese tra padre e madre, esprimendo opinioni personali, orientate a sostenere maggiormente la paternità piuttosto che entrambe le genitorialità, sbilanciandosi a esprimere un giudizio personale nell’indicare il padre come ‘il genitore più funzionante, che sta facendo un grosso sforzo per garantire alla bambina un adeguato equilibrio’. Peccato che non collimi con la valutazione psicologica redatta dal Servizio Riabilitazione Età Evolutiva e Psicologia Clinica della Usl Umbria 1 di Marsciano, che descrive nella bimba bassa autostima ed alti livelli di ansia e difficoltà nelle relazioni sociali”.
Da qui la decisione di denunciare l’assistente sociale alla Procura delle Repubblica di Perugia. Nel frattempo l’avvocato Miraglia ha presentato ricorso per la reintegra della responsabilità genitoriale a questa mamma.