Prende forza l’ipotesi di salvataggio pubblico per la Banca Popolare di Bari, che controlla il pacchetto di maggioranza (circa il 74%) della Cassa di Risparmio di Orvieto.
Proprio la mancata vendita entro la fine del 2019 della controllata CrOrvieto aveva acceso un campanello d’allarme sulla liquidità della Popolare di Bari, come evidenziato dalla relazione di PricewaterhuseCoopers, secondo cui l’istituto pugliese necessiterebbe di 1 miliardo di euro per patrimonializzarsi secondo i requisiti minimi regolamentari (Tier 1 al 6,2% contro l’8% minimo richiesto dalla BCE).
E nel pomeriggio di venerdì Banca Popolare di Bari ha emesso una nota in cui comunica ai mercati l’esistenza di “interlocuzioni, tutt’ora in corso, con il Mediocredito centrale, con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e con le autorità di vigilanza”, al fine di trovare le soluzioni più idonee per soddisfare le esigenze di rafforzamento del patrimonio.
Interlocuzioni che dovrebbero portare al salvataggio pubblico. Secondo alcune indiscrezioni, il Governo sarebbe pronto a deliberare come collegato alla manovra di bilancio un prestito-ponte da 100 milioni di euro, con l’obiettivo di consentire il superamento dell’anno. Successivamente, lo stato entrerebbe nel capitale attraverso Mediocredito Centrale, la cosiddetta Banca del Mezzogiorno controllata da Invitalia, cioè dal Tesoro.
“È un percorso importante – scrive la Popolare di Bari – per l’intera economia del Mezzogiorno e quindi per l’intero Sistema Paese, che la Banca Popolare di Bari sta portando avanti con la massima serietà ed attenzione, nell’interesse di clienti, dipendenti e soci“.
Operazioni a cui si guarda con apprensione anche ad Orvieto, dove sono forti le pressioni perché la Cassa di risparmio venga ceduta al più presto, dividendo così la propria strada dalla Banca Popolare di Bari, che ne ha acquisito il controllo nel 2012.
Intanto, come svelato da Il Fatto Quotidiano e La Repubblica, la Procura di Bari indaga sull’amministratore delegato della Popolare di Bari, Vincenzo De Bustis, per l’operazione di rafforzamento del capitale realizzata all’inizio del 2019 attraverso il coinvolgimento di una società maltese.