Piccolo Carro, il processo si farà: vertici rinviati a giudizio | Ma cadono alcune accuse - Tuttoggi.info

Piccolo Carro, il processo si farà: vertici rinviati a giudizio | Ma cadono alcune accuse

Flavia Pagliochini

Piccolo Carro, il processo si farà: vertici rinviati a giudizio | Ma cadono alcune accuse

Le cinque strutture della Comunità avrebbero fornito prestazioni per cui non erano 'titolate' | Non ammessa la costituzione delle parti civili
Ven, 29/11/2019 - 10:30

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Avrebbero erogato prestazioni di tipo terapeutico-sanitaria, ricevendo 400 euro al giorno, ma senza possedere i requisiti; per questo presidente e vicepresidente, marito e moglie, della Cooperativa sociale Piccolo Carro affronteranno il processo, come deciso nel corso dell’udienza preliminare del 28 novembre dal giudice Margherita Amodeo.

Le accuse sono di truffa aggravata e frode nelle pubbliche forniture, oltre al non aver le autorizzazioni per trattare minori affetti da problematiche sanitarie e al trattamento illecito di dati personali. Non saranno invece parte civile le sei Asl di vari comuni d’Italia, visto che alcuni episodi di truffa per cui si erano costituite, secondo il gip non sussistono.

L’indagine, mesi fa, aveva portato a scoprire che le strutture della cooperativa, operante nel perugino, nell’assisano e nel bettonese con cinque comunità, ospitava minori affidati dai servizi sociali senza autorizzazioni; un trattamento terapeutico-sanitario, insomma, invece del solo socio-assistenziale (per il quale avevano solo l’autorizzazione comunale). I vertici della cooperativa avrebbero inoltre attestato (falsamente, secondo la Procura) di “non aver ricevuto in collocamento soggetti con problematiche sanitarie, tutte le volte fosse loro avanzata richiesta di chiarimenti da parte degli organi di controllo dei comuni”, ma anche di aver incluso “nella fatturazione del corrispettivo spese per attività e servizi attinenti all’ambito sanitario”.

Secondo il gip Lidia Brutti “il Piccolo Carro non ha mai conseguito e neppure richiesto l’autorizzazione all’esercizio di attività sanitaria o sociosanitaria” e “non ha mai ottenuto l’accreditamento”. Per gli avvocati della difesa, che tempo fa si erano già visti annullare dalla Cassazione il sequestro di sei milioni a carico della Cooperativa, l’esclusione delle sei Asl fa “franare una parte consistente dell’accusa: il resto – aggiungono – lo farà il dibattimento: siamo convinti di un esito favorevole”.

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