Umbria terra di santi, ma non di santificatori delle feste. Nella regione, infatti, i frequentatori di funzione religiose sono crollati tra il 2001 e il 2018 da 232mila a 177mila (55mila, pari -23,7%), mentre coloro che non frequentano mai sono saliti fortemente, passando dai 122mila del 2001 ai 218mila del 2018 (+96mila, pari a +78,7%). In entrambi i casi, sia sul calo dei frequentanti che del boom di non frequentanti, i dati umbri sono superiori alla media nazionale, dove soltanto nel 2018 coloro che non frequentano almeno una volta a settimana le funzioni religiose hanno superato i praticanti, fenomeno che in Umbria si verifica già dal 2016.
E’ quanto emerge dal Rapporto Mediacom043. Nel 2018 l’Umbria è, tra le 20 regioni italiane, la quattordicesima per partecipazione religiosa e la decima per percentuale di popolazione che non frequenta mai luoghi di culto.
Dopo l’anno della svolta, il 2016 appunto, l’indifferentismo religioso in Umbria ha continuano ad allargarsi velocemente: nel 2018 nella regione i frequentanti almeno una volta a settimana sono il 21,1% (si tratta di 177mila persone) della popolazione oltre i sei anni d’età, i mai frequentanti il 26% (218mila persone). In altre parole, i mai frequentanti superano di 41mila i frequentanti.
Guardando all’arco considerato dal Rapporto Mediacom043, tra il 2001 e il 2018 la percentuale sul totale della popolazione di coloro che frequentano almeno una volta a settimana è sceso in Umbria dal 29,7% al 21,1% (-8,6 punti percentuali), mentre coloro che non frequentano mai sono passati dal 15,6% al 26% (+10,4 punti percentuali). In altre parole, il saldo tra frequentanti e mai frequentanti è passato in Umbria, tra 2001 e 2018, da +14,1 a -4,9 punti percentuali.