“Mi ha detto ‘figlio di…’ durante la partita a carte e l’ho colpito con un pugno. Ha battuto la testa, ma non volevo fargli male. Chiedo scusa“. Questo il racconto detto dal 47enne di Città di Castello che domenica è stato arrestato dai carabinieri a seguito del pugno sferrato in un bar, durante una partita a carta, con il quale ha mandato in ospedale un 71enne.
Nell’interrogatorio di garanzia che si è svolto al carcere di Capanne dove l’uomo si trova, assistito dall’avvocato Camillo Cristino, ha raccontato quanto accaduto domenica. Sostenendo di essere stato provocato ed offeso dall’anziano per uno screzio legato alle carte, di averlo invitato a seguirlo fuori e poi, preso dalla rabbia, di averlo colpito con un pugno, dalle conseguenze inaspettate visto che il pensionato è caduto a terra battendo violentemente la testa sul pavimento.
Una versione, quella fornita dall’indagato, che è stata confrontata con la scena ripresa dalle telecamere di sorveglianza del bar dove è avvenuta l’aggressione.
Al termine dell’interrogatorio di garanzia il giudice per le indagini preliminari Piercarlo Frabotta ha confermato la misura cautelare degli arresti in carcere, attenuando però la posizione del 47enne: l’accusa nei suoi confronti è stata derubricata da tentato omicidio, secondo quanto contestato dalla Procura di Perugia (titolare dell’inchiesta è il pm Paolo Abbritti) a lesioni gravi.
Intanto migliorano, pur restando gravi, le condizioni del 71enne, che è stato sottoposto ad una tac all’ospedale Santa Maria della Misericordia. La tac ha evidenziato un leggero ma lento miglioramento, con un iniziale riassorbimento della emorragia.