Nelle abbazie medievali accadeva sovente che i monaci amanuensi interpretassero male quanto letto nel testo da copiare, alterando così la trasmissione del sapere degli antichi. Nell’era digitale una delle insidie è il copia e incolla. Insidia a cui pare non sia sfuggito l’estensore della nota del commissario del Pd umbro, Walter Verini. Una nota nella quale – a supporto della versione secondo cui il partito nazionale nel commissariare il Pd umbro dopo le dimissioni di Bocci abbia azzerato tutti gli organismi umbri – è stata riportata anche la lettera che il coordinatore della Segreteria di Zingaretti, Andrea Martella, e il responsabile Organizzazione del Pd, Stefano Vaccari, hanno indirizzato al commissario del Pd Umbria Walter Verini.
Lettera che iniziava con “Carissimo” e terminava con le firme dei due estensori. Con l’ultima frase nella quale si indicava che “ai sensi dell’Art. 17 dello Statuto, su delega del Segretario nazionale, si intendono revocati tutti gli organismi del Pd umbro eletti congiuntamente al segretario Bocci“.
Con buona pace dei “104” (così sono ormai chiamati, al di là del numero effettivo tra ripensamenti e nuove adesioni alla “causa”, i rappresentanti della maggioranza dell’Assemblea umbra che non si rassegnano al suo scioglimento). Ma qualcuno dei “ribelli-resistenti” (anche qui, si va per punti di vista sull’affaire Pd umbro), non convinto, ha chiesto a Roma di visionare quella missiva. Scoprendo che nel comunicato era saltata una frase, quella finale. In cui si comunica, per le ragioni illustrate (gli arresti domiciliari che erano stati assunti nei confronti dell’ex segretario Bocci, la pesante sconfitta alle amministrative a causa del caso Sanitopoli, il permanere della conflittualità nel partito) che sentita la Commissione nazionale di garanzia si si sarebbe perfezionato l’iter formale del commissariamento di tutti gli organismi eletti congiuntamente a Gianpiero Bocci, compresa l’Assemblea. Che era poi il senso della nota diffusa la scorsa settimana dall’Adnkronos accreditata da fonti vivine alla Segreteria nazionale.
Ecco il testo della lettera integrale nella versione recuperata dai “104”:
Al commissario del Pd Umbria Walter Verini
Carissimo,
a seguito della vicenda giudiziaria che ha coinvolto il segretario regionale dell’Umbria, con conseguente privazione della sua libertà personale, la direzione nazionale ha disposto il commissariamento del Pd umbro e la nomina di un commissario allo scopo di svolgere le funzioni del segretario, nel frattempo dimessosi dalla carica e dal partito.
In seguito a tali eventi il Pd nelle elezioni locali ha riportato sconfitte, che segnano in negativo l’andamento elettorale rispetto al resto del panorama nazionale.
Nonostante i tentativi esperiti allo scopo di dare al partito un assetto dirigenziale provvisorio, condiviso e plurale non si è placata una aspra conflittualità interna che, anche a causa di prese di posizione pubbliche, ha ulteriormente esposto il nostro partito al rischio di un grave discredito. A tale situazione occorre reagire ristabilendo un quadro di chiarezza e mettendo il Pd umbro nelle condizioni di rivolgersi alla società regionale con il necessario grado di discontinuità.
Si ritiene a questo punto opportuno e necessario ribadire che, al fine di celebrare in un tempo congruo un congresso che riavvii Il normale svolgimento della vita democratica interna, ai sensi dell’Art. 17 dello Statuto, su delega del Segretario nazionale, si intendono revocati tutti gli organismi del Pd umbro eletti congiuntamente al segretario Bocci.
Per le ragioni illustrate, sentita la Commissione nazionale di Garanzia, saranno assunti tutti gli atti formali necessari a perfezionare l’iter di commissariamento nella direzione sopra precisata.
Cordiali saluti
Andrea Martella
Coordinatore della Segreteria
Stefano Vaccari
Responsabile Organizzazione
Lettera comprensiva, appunto, della frase finale: “Per le ragioni illustrate, sentita la Commissione nazionale di Garanzia, saranno assunti tutti gli atti formali necessari a perfezionare l’iter di commissariamento nella direzione sopra precisata“. Che da un lato conferma, come ribadito più volte da Verini, la scelta politica compiuta dal Pd nazionale all’indomani dello scandalo Sanitopoli in Umbria. Dall’altro, sul piano formale, sembra dare ragione ai “104” per i quali, formalmente, l’Assemblea del Pd dell’Umbria non è stata ancora sciolta.
E’ sicuramente in carica l’Assemblea nazionale del Pd che si riunirà sabato all’Ergife a Roma. Dove, a questo punto, potrebbe arrivare (anche se ufficialmente pare non sia all’ordine del giorno) il caso della piccola Umbria.