Continua il terremoto politico all’interno del Pd, in seguito allo scandalo “Sanitopoli” svelato dalle indagini della Procura di Perugia. Sandro Corsi si è dimesso da vicepresidente dell’assemblea regionale dem. La comunicazione è avvenuta tramite una dura nota, nella quale il dirigente del Partito Democratico attacca frontalmente ‘i suoi’.
Della lunga lettera di Corsi, questo è il passo più significativo: “Sarebbe assurdo negare le responsabilità nelle scelte politiche sia nei meriti che negli errori ma su ciò son gli elettori che debbono esprimersi nelle naturali scadenze elettive ed in Umbria con un PD che avrebbe dovuto dimostrare di aver capito, da prima dell’inizio inchiesta, la necessità di una rivoluzione in sé per essere dalla parte davvero degli ultimi, degli attesi profili di salute e buona amministrazione e probabilmente, e forse giustamente, saremmo stati comunque sconfitti ma non per la dovuta azione della magistratura ma perché si è amministrato male.
Ed è in ragione di questa annosa vacuità di cultura genuinamente garantista e libertaria che certo ha dimostrato per ultimo il segretario Zingaretti e parimenti Renzi con Marino, ma che riguarda anche tanta a noi cara sinistra, e che porta troppo spesso ad un amorale ed interessato utilizzo di questioni morali e giudiziarie che ho comunicato le mie dimissioni da vicepresidente regionale del PD dell’Umbria ma non certo dal PD per continuare una battaglia civile di cultura riformista”.