Sono 1.229 domande presentate per la ricostruzione post terremoto su 8.500 immobili, secondo le stime, danneggiati a seguito del terremoto del 2016. E ad oggi sono 439 i progetti autorizzati dall’Ufficio speciale per la ricostruzione in Umbria, mentre quelli in istruttoria sono 564 e 185 gli interventi ultimati. La cifra autorizzata ammonta a 57 milioni e 500mila euro.
I dati sono stati riferiti ieri, nel corso della riunione del Comitato istituzionale per l’Umbria che si è svolta a Foligno, nella sede del Centro regionale di protezione civile, alla presenza della presidente della Regione Umbria e sub Commissario straordinario Catiuscia Marini, del Commissario straordinario Piero Farabollini, dei sindaci dei Comuni interessati e della Provincia di Perugia.
Ad oggi per la ricostruzione leggera sono stati inviati 1.046 progetti e appena 183 per la ricostruzione pesante. La stima dei progetti totali che dovrebbero arrivare all’Usr è di 4.200 per i danni lievi e di 4.300 per quelli gravi.
Nel corso della riunione, Farabollini e Marini hanno riconfermato la volontà di una “fattiva collaborazione” tra tutti i livelli istituzionali coinvolti nell’opera di ricostruzione, nell’interesse primario dei cittadini e delle comunità coinvolte dagli eventi sismici.
Nel frattempo la Conferenza delle Regioni ha ricevuto lo schema di decreto legge recante “Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici”, che contiene alcuni articoli relativi, appunto, alla semplificazione e velocizzazione della ricostruzione, così come più volte richiesto dai Presidenti delle Regioni interessate.
Il contenuto di tali articoli sarà ora oggetto di attenta valutazione da parte delle istituzioni regionali e locali e dello stesso Comitato istituzionale, anche se da una prima analisi emergono preoccupazioni rispetto alla questione del rafforzamento del personale degli Uffici speciali per la ricostruzione e delle amministrazioni comunali impegnate nell’istruttoria delle pratiche di autorizzazione alla ricostruzione. Dalla bozza del decreto, infatti, sarebbero sparite le 350 assunzioni di cui si era parlato nelle ultime settimane e che servirebbero a dare un’accelerazione alle pratiche soprattutto quando la ricostruzione entrerà a regime.