Con 7 voti favorevoli (Casciari, Chiacchieroni, Smacchi-Pd, Rometti-SeR, Solinas-Misto/Mdp, De Vincenzi-Misto/Un, Ricci-Misto/RpIc) e l’astensione di Liberati-M5S, la Seconda Commissione regionale ha dato il via libera alla proposta di legge dei consiglieri Silvano Rometti (SeR) e Carla Casciari (Pd) che mira a favorire la nascita, anche in Umbria, delle cooperative di comunità.
L’obiettivo – come hanno spiegato gli stessi promotori – è quello di produrre vantaggi a favore di una comunità alla quale i soci promotori appartengono o che eleggono come propria. Il fine dovrà essere perseguito attraverso la produzione di beni e servizi per incidere in modo stabile su aspetti fondamentali della qualità della vita sociale ed economica.
“Dalle numerose audizioni svolte – ha detto Rometti a margine della riunione – è emersa una forte aspettativa da parte dei soggetti auditi rispetto all’iniziativa legislativa in questione perché può aiutare la crescita di una nuova economia all’interno delle zone più marginali e soggette dunque a crisi occupazionali e allo spopolamento. Con questa legge viene rafforzato il legame all’interno delle comunità”.
Soddisfazione è stata espressa anche da Carla Casciari che dopo aver rimarcato come la legge sia stata approfondita con un “lungo confronto con le parti interessate”, ha spiegato che “le Cooperative di comunità disegnano un nuovo modello economico che promuove uno sviluppo del territorio diverso, che non è orientato al solo consumismo e non ha un’impronta individualistica, ma piuttosto coinvolge la collettività. Questa rinnovata volontà dei cittadini di esserci e di incidere nella vita della propria comunità con strumenti attivi potrebbe essere alla base di una nuova democrazia partecipativa, orientata alla produzione di bellezza e qualità per il proprio territorio”.
Andrea Liberati (M5S) ha spiegato il suo voto di astensione sottolineando che “in più di un’occasione i tecnici hanno definito ‘labili’ i principi contenuti nella legge, con un problema applicativo evidente e il rischio che le grandi cooperative fagocitino le piccole cooperative di comunità, nonostante le correzioni emendative apportate, con ciò contravvenendo la ratio della legge, sminuendo la partecipazione dei soci a mera testimonianza, rendendo inautentica l’esperienza cooperativa locale. Una proposta dunque che, pur animata da nobili intenti, accrescerà l’incertezza normativa. Dovrebbe essere scritta meglio, ammesso che, nella cornice delle competenze costituzionali e delle riserve di legge, il Governo non impugni comunque il
testo”.
La norma in sintesi
Il riferimento delle cooperative di comunità è costituito dai Comuni ricadenti nelle tre aree interne: Area Sud Ovest Orvietano, Area del Nord-Est (area appenninica), Area della Valnerina. Potranno tuttavia essere costituite Cooperative di comunità anche in altri ambiti territoriali prestando comunque attenzione particolare per i Comuni sotto i 3mila abitanti. Le cooperative di comunità si prefiggono l’obiettivo di produrre vantaggi a favore di una comunità alla quale i soci promotori appartengono o che eleggono come propria. Il fine dovrà essere perseguito attraverso la produzione di beni e servizi per incidere in modo stabile su aspetti fondamentali della qualità della vita sociale ed economica.
Si tratta di uno strumento già presente, in altre regioni italiane e che sta producendo importanti risultati. Questo strumento di cooperazione può assumere la veste di cooperative di produzione e lavoro, di utenza, di supporto, sociali o miste. Molteplici potranno essere le possibilità di intervento ad opera della Regione al fine di sostenere il processo di sviluppo di tali
cooperative, come finanziamenti agevolati, contributi in conto capitale e incentivi per la creazione di nuova occupazione. A livello nazionale manca uno specifico quadro normativo, per questo altre Regioni si sono mosse con leggi proprie.