Mentre il Pd è lacerato dopo la sua scelta di appoggiarne la candidatura a sindaco, scaricando l’attuale primo cittadino, Fausto Scricciolo, Simona Fabbrizzi si rivolge direttamente ai cittadini di Città delle Pieve, presentandosi. “Ho sempre creduto che la politica sia il modo più efficace per contribuire a migliorare e far progredire una comunità. Ho scelto di dire ‘sì’ – afferma la candidata del centrosinistra – perché voglio bene al mio Comune e voglio dedicare tutto il mio impegno, la mia passione e le mie capacità al suo servizio“.
Nata e residente a Città della Pieve, diplomata al Liceo Italo Calvino e successivamente laureata in Scienze del Territorio, frequentando i corsi presso il Cirter di Palazzo Corgna, Fabbrizzi ha lavorato nella Comunità Montana del Trasimeno, occupandosi in particolare di progettazione europea e della valorizzazione dei prodotti tipici locali, ed attualmente è quadro amministrativo presso l’Agenzia regionale forestale a Perugia. E’ inoltre parte del Comitato Pari Opportunità della Regione Umbria.
Annuncia che nei prossimi giorni presenterà la sua lista: “Ma già vi anticipo che sarà rinnovata, giovane e soprattutto competente. Avrà il sostegno delle aree civiche e progressiste, di formazioni politiche e movimenti, ma sarà aperta a tutti coloro che vogliono dare una mano concreta per Città della Pieve. Siamo disponibili al confronto delle idee, nel rispetto dei principi che riteniamo fondamentali: diciamo no ad intese più o meno nascoste con chi ha ideologie che contrastano con i valori di solidarietà ed uguaglianza tra le persone, con chi non riconosce la parità di diritti tra i sessi e non ha a cuore la difesa delle fasce più povere della popolazione. Una formazione che si presenta alle elezioni deve dire con chiarezza tutto ciò e deve definire i suoi confini“.
Quindi, l’appello all’unità. E le anticipazioni su alcuni temi del programma: “Le nostre linee guida saranno i programmi per le famiglie ed i giovani, per le attività produttive, per l’associazionismo volontario e sportivo, per la scuola, per la tutela dell’ambiente e per l’assistenza socio-sanitaria, con il forte rilancio della struttura ospedaliera pievese“.
La frattura nel Pd
Un appello che per ora non sana la frattura interna al Pd, con le dimissioni dagli incarichi del partito di Fabrizio Fiordi, Marcello Menicali, Carmine Pugliese e Nadia Manganello dalla Direzione comunale, di Riccardo Rossi e Mattia Scricciolo dal Circolo Pd e del capogruppo dem in Consiglio comunale Lucia Testa. Tutti fautori della riconferma di Scricciolo, ma che comunque trovano “imbarazzante e incomprensibile” la scelta che ha portato ad appoggiare una candidata non espressione del Pd. Una scelta che, lamentano soprattutto, è arrivata senza il naturale confronto democratico.
Anche perché, sottolineano, qualora il giudizio sull’amministrazione attuale non fosse stato positivo, non si comprende perché si sia aspettata la fine del mandato per farlo notare.
L’indice viene puntato contro l’avversione personale nutrita da alcuni nei confronti di Scricciolo dopo la vittoria alle primarie del 2014. Quello strumento di scelta democratica del candidato che ora il Pd ha deciso di abbandonare.
Quanto alle esigenze di piegarsi ad una eventuale ragion di stato per allargare la base dell’alleanza, i dissidenti ricordano che il Pd, a Città della Pieve, resta di gran lunga il primo partito. Salvo gli esiti legati a questa frattura.