L’Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato all’unanimità la mozione della Terza commissione consiliare relativa agli interventi, da parte della Giunta, per scongiurare la chiusura del laboratorio di diagnostica per i beni culturali di Spoleto. L’atto di indirizzo chiede all’Esecutivo di “aprire un tavolo di concertazione tra Regione, MiBAC e Comune di Spoleto, al fine di coinvolgere direttamente tutti i soci per definire la natura giuridica del ‘Laboratorio di diagnostica per i beni culturali di Spoleto’ e garantire stabilmente le risorse finanziarie necessarie, per far diventare il Laboratorio un riferimento nazionale per l’analisi delle opere d’arte; a prevedere specifici fondi, anche nell’ambito dei finanziamenti destinati alle quattro Regioni del Centro Italia per la ricostruzione post sisma”.
Illustrando l’atto in Aula, il presidente della Terza commissione, Attilio Solinas, ha evidenziato che “i soci del Laboratorio sono quattro: ministero per i Beni e le Attività culturali, Regione Umbria, Comune di Spoleto, Dipartimento di Chimica dell’Università di Perugia. Ma la Regione è stata l’unica istituzione che si è fatta carico di finanziare, per intero, il Laboratorio insieme al Comune di Spoleto che ha contribuito mettendo a disposizione la sede. Esso svolge svolge una funzione di diagnostica, valutazione e ricerca a sostegno di tutte le attività di tutela del patrimonio di beni culturali e di predisposizione di modelli e servizi di prevenzione e manutenzione programmata dei beni, tanto in situazione di tutela ordinaria che in emergenza, e nei progetti ricompresi in accordi di programma, ha realizzato anche attività organizzative e amministrative complesse. Il Laboratorio fornisce servizi di approfondimento conoscitivo e di valutazione, per interventi di manutenzione e restauro, approfonditi e complessi, su opere singole o gruppi di opere. Dispone di strumentazioni, anche mobili, estremamente sofisticate e competenze tecniche acquisite dal personale nel tempo, sia sperimentali, sia di interpretazione dei dati, nonché sulla costituzione di data base specializzati, che costituiscono una dotazione insostituibile attualmente a rischio di vanificazione. È necessario intervenire per salvaguardare questa eccellenza umbra ed evitare che il suo patrimonio strumentale e professionale venga disperso”.
Il presidente Solinas ha inoltre spiegato che “il Laboratorio, a causa di queste incertezze amministrative e finanziarie, non può addirittura garantire la sua presenza in importanti progetti internazionali ed è dovuto uscire, in corso d’opera, da un progetto europeo di ricerca sulla conservazione del patrimonio culturale. Ha dovuto inoltre rinunciare a una collaborazione con l’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario) per l’analisi di disegni di Leonardo da Vinci in occasione della preparazione del cinquecentenario della morte del grande artista. In base alla gestione e all’esperienza consolidate, il Laboratorio avrebbe dei costi complessivi di personale e di spese generali che andrebbero da 150 a 300mila euro circa, cifra variabile in base al personale impiegato. Una stabilizzazione del personale del Laboratorio, seppur minima, consentirebbe di attivare altre fonti di risorse (bandi europei e delle Fondazioni bancarie) che richiedono il cofinanziamento del progetti finanziati in termini di costi di personale, cofinanziamento che nella situazione attuale non è assolutamente possibile”.
GLI INTERVENTI
Claudio RICCI (misto Rp–Ic): “Tema molto importante, ringrazio il consigliere Mancini per aver sollevato il problema. Il laboratorio di Spoleto è una risorsa importante, che conta su esperienze e risorse umane preziose da non disperdere. Le regioni colpite da sisma del 2016 potrebbero fare di questo Laboratorio una risorsa condivisa. Si tratta di uno strumento importante quanto fragile, servono risorse adeguate ed urgenti, evitando che si fermino le attività. Il Piano di sviluppo della Valnerina, che mira a coniugare ricostruzione e sviluppo, potrebbe individuare risorse utili per valorizzare il Laboratorio”.
Valerio MANCINI (Lega): “Insieme all’assessore Cecchini ho scoperto questa importante realtà culturale ed ho voluto portare le sue difficoltà all’attenzione della Terza commissione. Ho potuto apprezzare l’enorme lavoro svolto, professionale e accurato. Il Laboratorio è riuscito a far conoscere l’Umbria a livello internazionale ma dispone di personale il cui contratto è in gran parte scaduto il 31 gennaio scorso. La struttura è in grado di svolgere una vasta gamma di attività diagnostica che consente poi di mettere in sicurezza le opere d’arte. Approfondirò la questione anche con i parlamentari e con gli esponenti del Governo nazionale”.
Fernanda CECCHINI (assessore regionale): “Positiva la proposta contenuta nella mozione per mettere a valore un capitale importante. Il tavolo di concertazione nei fatti già c’è ma potrà essere formalizzato, per evitare la dispersione dell’esperienza, del personale e degli strumenti di cui il Laboratorio dispone. La struttura di Spoleto ha potuto contare quasi esclusivamente sui finanziamenti della Regione. Abbiamo iniziato a prendere contatti con il Ministero, la Sovrintendenza e il Comune per cercare di approdare a qualcosa di sicuro. Va innanzitutto compresa la natura giuridica del soggetto (pubblico o privato). A Spoleto ci sono diversi soggetti che operano nel settore culturale, che potrebbero collaborare per rafforzarsi reciprocamente. Questo Laboratorio ha rappresentato una sperimentazione importante per l’Umbria: se il processo di incremento dell’autonomia regionale andrà avanti potremo avere anche ulteriori margini di intervento su questi ambiti”.