“Bisogna evitare che un utile e importante strumento di tutela dei minori come quello dell’allontanamento dalla famiglia degeneri in un incubo burocratico, una sorta di prigione senza sbarre. La Regione Umbria, senza interferire nei singoli casi, può comunque fare molto”. Così il consigliere Maria Grazia Carbonari (M5S) che spiega come l’istituzione dovrà adottare “norme e atti chiari, prevenendo l’allontanamento dei minori dalle loro famiglie con supporti economici, sostenendo la macchina giudiziaria e l’assistenza sociale con adeguate risorse e aumentare i controlli di propria competenza”.
Carbonari ricorda che il tema dei minori fuori famiglia è “estremamente delicato e difficile: da un lato vi è l’esigenza di salvaguardare i minori da ambienti pericolosi, dall’altro le misure di allentamento dalla famiglia naturale dovrebbero costituire l’extrema ratio da porre in essere soltanto in casi limite e per il minor tempo possibile. Purtroppo la realtà si rivela spesso diversa, come dimostra la triste e assurda vicenda che mi è stata raccontata da una madre a cui da anni sarebbe stata sottratta la figlia all’età di 7 anni. Ora – aggiunge – sarebbe autorizzata ad incontrare per solo due ore alla settimana, nonostante relazioni positive sulla madre. Mancherebbe ancora il provvedimento del giudice, che tarda ad arrivare, mentre il tempo trascorre con grandi sofferenze delle persone coinvolte”.
Su questa vicenda Carbonari annuncia di aver depositato una interrogazione alla Giunta, “un’occasione anche per ottenere un quadro aggiornato sulla problematica dei minori fuori famiglia, che sarà oggetto di altre nostre iniziative”.
Per Carbonari servono maggiori controlli sulle persone che “decidono il destino dei minori e sulle strutture, bisogna inoltre evitare che la medicina diventi peggiore del male, gettando discredito anche sui tanti giudici, tutori, operatori e comunità che seguono i minori con professionalità e amore. La Regione – spiega infine il consigliere M5S – non può interferire nei singoli casi, ma può comunque fare molto emanando norme chiare di prevenzione e sostegno. Terribili fatti di cronaca, come la vicenda della piccola Daniela Sanjuan, (assistita in una struttura di assistenza per minori umbra, scomparsa e ritrovata poi morta) devono costringerci a prestare attenzione a chi non ha voce e fare tutto ciò che è in nostro potere affinché mai più si possano ripetere”.