“Una classe politica priva di spessore culturale non poteva che scegliere come campo privilegiato dei tagli l’Università”. Il neo segretario umbro del Pd, Gianpiero Bocci, esprime preoccupazione per i contorni del maxi-emendamento che riscriverà la Legge di bilancio nazionale “per la palese evidenza dell’impossibilità da parte di Lega e M5 Stelle di mantenere le promesse elettorali“. E in particolare, critica le modalità con cui si dovrebbe attuare il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione. “In una prima versione, sempre per sottolineare l’approssimazione e la confusione che regna nel Governo – attacca Bocci – l’emendamento colpiva prevalentemente i passaggi di carriera, in particolare le conferme degli RTDb ed i passaggi da altre posizioni precarie (assegnisti e RTDa) a professore associato. Di fronte a questo scenario inverosimile è dovuto intervenuto il viceministro Fioramonti, che dalla sua pagina Facebook, ormai con loro diventato canale istituzionale, puntualizzava che il comma 208-bis fa riferimento esclusivamente al blocco di quelle assunzioni a tempo indeterminato derivanti dalle facoltà assunzionali ordinarie, e riferite al 2019, che sono cioè quelle basate sui punti organico 2019, escludendo dal blocco delle assunzioni i seguenti casi: prese di servizio di associati ex art.24 c.5 della 240/2010; assunzioni derivanti da facoltà assunzionali di anni diversi, come i bandi a valere sui punti organico 2018 o precedenti; bandi derivanti da risorse per piani di reclutamento straordinario o risorse premiali“.
Modalità che, se confermate, toglierebbero risorse all’università italiana. “Vedremo come andrà a finire. Peccato però – prosegue il segretario del Pd – che le altisonanti promesse del ministro parlavano di stabilizzazioni, di investimenti massici su ricerca e università per invertire la rotta che dopo la legge Gelmini ha condotto gli Atenei italiani in una fase di totale asfissia. Una presa in giro per i 63.000 precari che oggi lavorano nelle università e ai quali il Partito democratico dovrà essere vicino appoggiando le loro giuste richieste“.
Bocci annuncia uno stato di mobilitazione che ci vedrà impegnati i due atenei perugini a fianco delle loro rivendicazioni “per invertire veramente la rotta e restituire all’Università il ruolo di volano di sviluppo dei nostri territori e del nostro Paese“.