Cominciano le grandi manovre elettorali in vista delle comunali della prossima primavera.
A piazzare il primo tassello sull’intricato puzzle in via di composizione, è la sinistra folignate, che sceglie di presentarsi unita, mettendo insieme, nello stesso progetto, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Mdp e Potere al Popolo.
Il fatto che ci sia una sinistra unita, è già di per sé una notizia, considerando la storica – e a volte tafaziana – vocazione alla scissione.
E per unirsi anche al resto della coalizione di centrosinistra, la parola d’ordine sarà: discontinuità. Discontinuità nell’individuare il candidato sindaco, discontinuità nella scelta della squadra amministrativa, discontinuità nelle politiche sin ad oggi messe in atto.
Il progetto è stato ufficialmente presentato ieri mattina a Palazzo Comunale da Elisabetta Piccolotti, capogruppo di Sinistra Italiana; Vincenzo Falasca consigliere comunale di Mdp; Stefano Mingarelli di Rifondazione Comunista; Matteo Bartoli di Sinistra Italiana e Alessandro Pacini di Potere al Popolo.
Al gruppo dovrebbe anche aggiungersi – ma per ora si tratta solo di indiscrezioni, eventualmente da smentire – il consigliere del gruppo misto Elio Graziosi.
“Per ora si tratta di un processo embrionale – spiega Elisabetta Piccolotti – ma già il fatto di essersi ritrovati uniti è già un primo passo fondamentale. Daremo vita a forum aperti alla cittadinanza, alle altre forze interessate ed al mondo dell’associazionismo. L’obiettivo – precisa – è quello di presentarci con un’unica lista senza sigle di partito. Non bocciamo del tutto l’operato di questa amministrazione ma siamo altrettanto convinti che avrebbe potuto fare meglio”.
La mano tesa al resto del centrosinistra è un ‘gesto di buona volontà’ per evitare che anche a Foligno si ripetano situazioni come quelle che nella tornata elettorale di giugno hanno visto passare al centrodestra Terni, Spoleto ed Umbertide e già precedentemente Perugia.
Mano tesa sì, ma le condizioni restano chiare: discontinuità, facile quindi supporre che i nomi degli attuali componenti della giunta ‘non saranno graditi’.