Consiglio comunale di fuoco a Castiglione, sulla piscina è rissa verbale - Tuttoggi.info

Consiglio comunale di fuoco a Castiglione, sulla piscina è rissa verbale

Redazione

Consiglio comunale di fuoco a Castiglione, sulla piscina è rissa verbale

Non passa l'emendamento finale delle opposizioni | Sindaco Batino, "abbiamo a cuore le reali necessità dei cittadini"
Sab, 20/10/2018 - 16:58

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Un Consiglio comunale quello di giovedì sera, 18 ottobre, a Castiglione del Lago che si preannunciava molto teso in virtù della questione relativa alla gestione della Piscina comunale “Ninfea”. Le attese non sono state tradite e si è quasi sfiorata la rissa, con il Presidente dell’assise, Franco Bizzarri, che ha dovuto più volte richiamare all’ordine i “contendenti”.

Si è in particolare arrivati a tarda notte alla trattazione del punto dell’Odg dal titolo “Mozione presentata dai Gruppi di Minoranza riguardante la fase dei lavori e quella di gestione della piscina comunale”: qui la tensione è salita subito alle stelle.

La mozione è stata presentata da Fabio Duca, capogruppo di Progetto Democratico. «Siamo molto preoccupati per le sorti di questa struttura importante per i castiglionesi e per i cittadini dei comuni vicini. Qui si continua a non coinvolgere le minoranze, pur avendo le stesse sollecitato due commissioni, chiesto documenti e l’esecuzione di un sopralluogo prima del Consiglio. La seconda gara di pochi giorni fa è andata deserta anche per i ritardi nella pubblicazione dei bandi, con poche possibilità di promuovere adeguatamente l’attività per i nuovi gestori e poi per la brevità del periodo di durata della gestione, ovvero fino al 30 giugno 2019. Secondo noi, questo è avvenuto per la fretta “elettoralistica” di far uscire il separato bando europeo per la gestione venticinquennale, che prevede anche la realizzazione della piscina all’aperto. Noi avevamo presentato un emendamento per portare la gestione dell’esistente fino al 30 giugno 2020, ma esso è stato bocciato inesorabilmente. Chiediamo l’istituzione di un’apposita Commissione di indagine sull’accaduto». 

Perentoria la replica del sindaco Batino: «Noi non abbiamo niente da nascondere. Non ritengo che occorra questa commissione “speciale”. Per la gestione della piscina abbiamo dimostrato più volte di aver a cuore le necessità dei cittadini, anche con l’importante intervento effettuato per 400 mila euro che la rende moderna, efficiente e funzionale, senza lasciare questo onere all’amministrazione che guiderà Castiglione dal 2019. Vogliamo fermamente offrire, oltre allo storico impianto esistente, anche una piscina estiva per turisti e residenti, con tutte le positive ricadute economiche e sociali che ciò comporta. Restiamo convinti che ci siano le condizioni per un affidamento della gestione o comunque dei servizi tecnici interni della piscina coperta fino al 30 giugno 2019. Siamo profondamente dispiaciuti degli inopinati “abbandoni” dei tre soggetti che avevano formalizzato la propria manifestazione di interesse; di fatto si sono così determinati slittamenti dei tempi di consegna dell’impianto alla cittadinanza, per porre rimedio ai quali attiveremo tutte le leve normativamente consentite».

Pierino Bernardini di Forza Italia, poi, ha alzato i toni della discussione, adducendo ritardi e indecisioni sulla vicenda. «Le opere svolte erano necessarie e non rinviabili. Questa maggioranza è sorda a qualsiasi nostra sollecitazione; ribadisco che la durata ipotizzata dell’affidamento è troppo breve. La colpa è di tutta la maggioranza, compresi i consiglieri. Ribadisco, quindi, la richiesta di una Commissione d’Indagine ai sensi dell’art. 121 del nostro Statuto». Anche Stefano Bistacchia, capogruppo del Movimento 5 Stelle, ha pesantemente accusato il sindaco e la maggioranza di totale arroganza a discapito dei cittadini, chiedendo, così come il Fabio Duca, le dimissioni del sindaco.

«Toni, modi e temi, quelli delle minoranze, che hanno ampiamente travalicato la normale dialettica e la reale questione di cui si sta discutendo – ha affermato la capogruppo Margherita Banella a nome della maggioranza -. Esagerata e sproporzionata la richiesta di una Commissione d’inchiesta. Noi discutiamo al nostro interno sempre in maniera democratica e condivisa; non so se la stessa cosa accade anche in Progetto Democratico. Io vedo solo un atteggiamento prevenuto verso Batino, frutto di idiosincrasia personale. Qui resta solo la nostra delusione e il nostro dispiacere per la gara andata deserta. Voteremo contro la mozione speciosa delle minoranze».

Marino Mencarelli ha sottolineato l’importanza di lavorare tutti uniti per il bene collettivo, richiamando alla collaborazione costruttiva in consiglio, ma anche al contempo chiedendo maggiore rispetto per i consiglieri di maggioranza.

Il sindaco Sergio Batino ha infine attaccato duramente Fabio Duca, chiedendone a sua volta le dimissioni da consigliere per i ripetuti insuccessi elettorali e politici personali: «Io non dico bugie e mi assumo personalmente le mie responsabilità, anche nei frangenti in cui potrei oggettivamente scaricarle su altri. Chi fa il sindaco, infatti, deve caricarsi degli errori, anche se non sono i suoi. Non ritengo che per una gara andata deserta il sindaco si debba dimettere: non accade in nessuna parte d’Italia. Noi non abbiamo rubato un euro, abbiamo sempre seguito le regole e cerchiamo di utilizzare con attenzione le poche risorse comunali. Sono decine le situazioni analoghe relative alla gestione delle piscine pubbliche in Italia: sono strutture costosissime e di difficile gestione. Le minoranze sono felici di questo risultato e lo dimostrano: siete soddisfatti e pensate di sfruttare la cosa dimostrando, invece, di difendere interessi particolaristici e non certo il bene pubblico».

Dopo una breve sospensione, chiesta e ottenuta da Fabio Duca per rivedere la mozione delle minoranze, con l’introduzione di emendamenti, si è passati al voto. Progetto Democratico e Forza Italia hanno da ultimo proposto di indire una nuova gara con durata della gestione fino al 30 settembre 2019, mentre il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione per una durata fino al 30 giugno 2020, «una estensione – ha ribattuto Margherita Banella – che comporterebbe una gara d’appalto europea, con procedure più lunghe che non consentirebbero l’apertura entro l’anno».

Essendo stati approvati entrambi gli emendamenti, con l’astensione della maggioranza, ha prevalso quello dei pentastellati in tema di estensione temporale dell’eventuale affidamento. Nella stesura finale, in ogni caso, era venuta meno la richiesta iniziale di istituzione di una commissione di inchiesta. Alla fine, in un clima estremamente acceso, si è passati al voto finale sulla mozione così come emendata, che ha visto il voto contrario della maggioranza e il conseguente rigetto della proposta.

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